Obesità & Dintorni Forum

Posts written by Dott.ssa Rastelli Katia

view post Posted: 13/2/2016, 07:49     I nostri bimbi -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
O meglio le fiabe a tema specifico della casa editrice Erickson, per aiutare i genitori nella comprensione i libri della Marcoli
view post Posted: 12/2/2016, 20:51     I nostri bimbi -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Mi sembra proprio che il primo passo, il più importante, ossia la consapevolezza, ci sia e non è affatto cosa da poco. Per questo mi sento di tranquillizzarvi. Il primo suggerimento può essere quello di lavorare molto sulle emozioni, attraverso la lettura di fiabe specifiche ( molto belle quelle di Alba Marcoli) insegnando alla bimba a riconoscerle, parlarne e gestirle con il vostro aiuto. La vostra attenta presenza la aiuterà a sviluppare delle strategie che la proteggeranno lungo tutto il percorso di crescita dal rischio di utilizzare il cibo come modulatore dei propri stati d'animo. questo lavoro ( a dire il vero molto piacevole se condiviso nel momento delle coccole!!) dovrà essere ovviamente accompagnato da una certa attenzione alla scelta dei cibi come da indicazione del pediatra.
Tanti auguri!
view post Posted: 7/1/2016, 14:49     Disturbo da alimentazione incontrollata ( binge eating disorder, Bed) -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
È' caratterizzato da significativi problemi di abbuffate associate a perdita di controllo e la sua associazione con l' obesità e' molto stretta anche se non scontata (meno del 20% dei pazienti obesi ne è' affetto)Colpisce più le donne degli uomini in un rapporto 3:2. L' insorgenza avviene di solito nella tarda adolescenza o verso i 30 anni. Spesso associato a insorgenza precoce di obesità, fluttuazione del peso, numerosi episodi di dieta ed elevata familiarità per l' obesità.
È caratterizzato per:
1. Abbuffate ricorrenti, con grandi quantità di cibo e perdita di controllo
2. Abbuffate associate a mangiare molto velocemente, fino a sentirsi spiacevolmente pieni, grandi quantitativi anche se non si ha fame, da soli, sentirsi disgustati depressi o molto in colpa dopo
3. Marcato disagio
4. Assenza di comportamenti compensatori dopo ( vomito o lassativi)
In tutto deve soddisfare anche uno specifico criterio temporale ( frequenza)
Gli studi dimostrano un'associazione con un'elevata preoccupazione per il peso, le forme corporee e il cibo, oltre ad una maggiore frequenza di depressione.

Per questi pazienti e' fortemente consigliato un percorso Di tipo psicologico per affrontare il delicato tema delle emozioni che spesso faticano a gestire, se non con il ricorrere al cibo.
view post Posted: 6/1/2016, 19:18     Cosa ci riporta sempre verso il cibo -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Molto difficile rispondere in poche righe ma ci provo. Ognuno di noi e' il risultato di un temperamento di base che si è " modellato" e adattato ad un ambiente ( famiglia, contesto socio culturale ecc) e che ha vissuto specifiche esperienze di vita. Ormai si ragiona secondo un modello bio psicosociale, del quale ognuno di noi e' uno specifico mix. Questo significa che per vari motivi ognuno di noi sviluppa delle modalità' più o meno funzionali per raggiungere e mantenere il proprio equilibrio ( con se stesso e con gli altri) e queste possono variare, alla luce anche di quanto abbiamo appreso in famiglia.
Spesso le persone che hanno un rapporto particolare con il cibo ( lo rifiutano, ne abusano oppure alternano perdite di controllo a restrizioni e rifiuto) hanno "imparato" a gestire le proprie emozioni ( spesso rabbia soffocata per vari specifici motivi) sedandole con il cibo. Le abbuffate sono soltanto un sintomo che ci avvisa della nostra difficoltà nel gestire spesso la distanza con l' altro ( perdo il controllo col cibo perché se lo dovessi perdere con lui/ lei farei una strage) fatta di tutto bianco/ tutto nero, restrizione/ perdita di controllo, idealizzazione/svalutazione. Un buon lavoro di terapia dovrebbe portare alla scomparsa del sintomo ma anche ad una maggiore consapevolezza rispetto a quando mettiamo in atto queste modalità ( e anche da chi le abbiamo imparate con tanta affettuosa accettazione!). Quando capisco come funziono o so perché lo faccio, sono anche in grado di mettermi in allarme per tempo e applicare il piano B più funzionale per limitare i danni ( mi conosco e mi accetto, cosa non affatto semplice e immediata). Lei probabilmente ha già individuato lo stress attuale nel rapporto con i colleghi, possiamo pensare che sia scattata una difficoltà antica ( guardi che chi più chi meno si troverebbe in ansia nella stessa situazione) che la potrebbe portare a gestire le emozioni soffocandole per non " soffocare" loro? Riesce a difendere con tranquillità il suo spazio e i suoi pensieri senza la paura di far male agli altri o di rovinare tutto? Però' attenzione anche a non tornare al pensiero tutto/niente... Qualche cedimento ci sta, lo accetto perché sono umano e fallibile ed è' il mio tallone d'Achille ( lo so)... Vorrà' dire che mi rimetterò subito in carreggiata, io direi grazie anche al pensiero che un gran passo per la cura di se' l'ha fatto quando ho scelto di andare sotto i ferri
Spero di essere riuscita a darle due dritte utili senza entrare troppo nel personale, nei limiti dello spazio e del contesto
view post Posted: 4/1/2016, 10:53     +1Cosa sono i D.C.A.( Disordini del comportamento alimentare)? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
I Disordini del comportamento alimentare vengono diagnosticati secondo criteri statistici ( matematici) utilizzando il DSM 5, il Manuale diagnostico statistico dei disordini mentali, un po' come dire il Vademecum degli operatori della salute mentale.
La statistica serve per isolare criteri il più possibile oggettivi in un ambito che di oggettivo ha ben poco, ossia la personalità' e i vissuti delle singole persone.
Il riferimento al DSM 5 e' però necessario per avere un linguaggio comune (fare diagnosi) e impostare la cura più corretta, senza dimenticare però che ogni paziente ha la propria storia, le proprie credenze, abitudini, contesto familiare ecc.
Le problematiche legate al cibo e riportate nel DSM sono:
Anoressia
Bulimia
Binge eating disorder
Ortoressia
Altri disturbi non altrimenti specificati
Di cui vi parlerò nello specifico nelle prossime discussioni, con relative ipotesi di intervento o centri e servizi cui fare riferimento in caso di dubbi o bisogno di approfondimenti
view post Posted: 4/1/2016, 10:32     come cambia il rapporto di coppia dopo l'intervento? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Il cambiamento cui il paziente va incontro con la perdita di peso repentina assomiglia per certi versi al periodo adolescenziale, che vede la perdita della vecchia identità e la sperimentazione di vari aspetti di se' che porteranno alla stabilizzazione nella nuova. Necessita di tempo e, sono d'accordo con lei, va "maneggiata" con cura. Non dimentichiamoci però che sono le crisi e le messe in discussione che portano il cambiamento e la crescita e permettono di diventare davvero se stessi
view post Posted: 21/12/2015, 15:22     come cambia il rapporto di coppia dopo l'intervento? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Un rapporto di coppia sano è basato sulla dipendenza reciproca (interdipendenza) e sulla cura dell'altro e può funzionare solo nel momento in cui entrambe le persone sentono di essere libere nel farlo. Le persone possono anche cambiare (per fortuna!), nel senso di maturare, crescere, fare esperienze, capire e capirsi e quando, nella coppia, uno dei due "cambia", anche l'altro è portato a farlo. Se il loro rapporto non è basato semplicemente sul senso di colpa o sul controllo o sulla dipendenza affettiva, ne avranno sicuramente beneficio entrambi!
view post Posted: 9/12/2015, 19:04     come cambia il rapporto di coppia dopo l'intervento? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Scusate, nel post precedente rispondevo ovviamente alla prima domanda, ho visto ora il successivo!
Diamante grezzo lei stessa però mi scrive "venivano umiliati" e, io aggiungo, accettavano anche cose che ora, dopo l'intervento, non hanno più voglia di sopportare, o scusare. L'intervento migliora il rapporto con sè stessi ed è un primo passo, un modo per dire "guardate che anche io posso"..."ho dei bisogni"...."vorrei".....fino anche, in alcuni casi, "non ce la faccio più".
Non crede che sia un buon punto di partenza?
Forse non c'era altro modo, o non si conosceva, ognuno di noi funziona diversamente.
Per rispondere alla sua domanda il bisogno di rivalsa è generalmente proporzionale a quanto, per vari motivi, si è soffocato per troppo tempo, perché non ci si dava, forse, abbastanza spazio (se non fisicamente?).
Ovviamente non è sempre così, stiamo un po' ragionando insieme
view post Posted: 9/12/2015, 11:31     come cambia il rapporto di coppia dopo l'intervento? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Da quello che mi scrive mi sembra che vada tutto sinceramente bene. Io mi riferivo a percorsi non condivisi che portano con sé maggiori fatiche e grossi cambiamenti in cui il partner fatica un po'...credo che il suo compagno le abbia proprio dimostrato di "esserci" fin dal principio, nel momento in cui le ha dato un limite, rimandandole il fatto di doversi prendere cura di sé, magari tanto quanto si cura degli altri (e non meno degli altri). Guardi, è davvero un ottimo punto di partenza!
view post Posted: 6/12/2015, 23:49     come cambia il rapporto di coppia dopo l'intervento? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Ogni coppia basa il proprio equilibrio incastrandosi in ruoli specifici e quando un membro della coppia va incontro a cambiamenti e trasformazioni, entrambi hanno bisogno di tempo per riassestarsi.
L'intervento di chirurgia bariatrica, come altri cambiamenti grossi scelti per la propria vita, modificano non solo le abitudini alimentari ma anche il rapporto con il proprio corpo (in meglio), l'autostima, il senso di sicurezza nelle relazioni, portando alla luce anche parti di sé tenute per troppo tempo nascoste o soffocate. Questo cambiamento, estremamente veloce (come la perdita di peso), può in un primo tempo "spiazzare" chi circonda la persona operata come partner, familiari, amici, che possono cercare di controllare l'ansia che provoca loro il non riconoscere più la persona amata minimizzando i suoi cambiamenti, facendo finta di nulla, fino all'estremo di rimpiangere i vecchi tempi ("ti preferivo prima").
Ogni cambiamento ha bisogno di tempo e l'unico modo per affrontare serenamente il percorso di trasformazione è quello della condivisione. Spiegare le proprie motivazioni, condividere le proprie emozioni, chiedere sostegno, coinvolgere e tranquillizzare il partner fin dall'inizio sono le carte giuste da giocare.
view post Posted: 30/11/2015, 12:12     A COSA SERVE LO PSICOLOGO NELL' EQUIPE DI CHIRURGIA BARIATRICA? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Sono perfettamente d'accordo sul fatto che sia il pz il primo attore del cambiamento, non esistono infatti contrapposizioni e la reale motivazione di base (prendersi cura di sé) è proprio il punto di partenza. Tuttavia, a volte, il cambiamento può essere vissuto come difficile... possono cambiare gli equilibri di coppia, le amicizie, il rapporto con il proprio corpo ecc...tanto e soprattutto tutto insieme e velocemente!e questo periodo di passaggio può portare emozioni difficili da gestire da soli, emozioni che in qualche modo potrebbero riportare alla "vecchia" modalità di ricerca del cibo. Sicuramente non sempre, per fortuna.
Certamente una giusta valutazione prima, la raccolta come diceva lei di informazioni, un rapporto di fiducia con l'equipe cui rivolgersi in caso di dubbi o problemi, un buon supporto da parte della famiglia sono un ottimo punto di partenza
view post Posted: 26/11/2015, 20:10     LA VALUTAZIONE PSICOLOGICA per l'idoneità all'intervento di chirurgia bariatrica -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Vedo una percentuale troppo bassa di pazienti operati che fanno i controlli psicologici consigliati dalle strutture (in struttura) e una percentuale troppo alta di pazienti che poi dicono di essere in difficoltà con le vecchie abitudini. Vi chiedo di aiutarmi a capire, aldilà del costo dei controlli, se spaventa ancora l'idea dello Psicologo come associato a chi ha "solo grossi problemi" (e non come risorsa, stimolo, supporto, momento di riflessione, spazio per sé!) oppure se il colloquio vis a vis forse imbarazza.
view post Posted: 26/11/2015, 18:14     LA VALUTAZIONE PSICOLOGICA per l'idoneità all'intervento di chirurgia bariatrica -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Le linee guida nazionali ed internazionali richiedono, ad ogni paziente che decide di sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica, insieme ad altri accertamenti pre-operatori, una valutazione delle condizioni psichiche ed emotive del candidato,svolta da un professionista della salute mentale. Gli strumenti con cui si realizza la valutazione psicologica per la chirurgia bariatrica sono il colloquio clinico e i test psicodiagnostici.


Obiettivo del colloquio è quella di indagare, oltre alla motivazione di base, anche eventuali aree psicologiche di fragilità o elementi di rischio e fornire la base per la programmazione di trattamenti mirati pre e post-operatori volti a migliorare l’esito dell’intervento e la qualità della vita del paziente anche nel lungo periodo. La valutazione pre-operatoria può diventare quindi un momento fondamentale per la creazione di una relazione terapeutica duratura finalizzata alla “presa in carico” multidisciplinare a lungo termine del paziente bariatrico.

Qual è però la differenza tra Psichiatra, Psicologo e Psicoterapeuta?
Lo Psichiatra ha studiato medicina e, come tale, può prescrivere eventuali psicofarmaci.
Lo Psicologo ha studiato Psicologia e lavora nello specifico fornendo supporto psicologico.
Psicologo o Psichiatra possono aver preso in seguito anche la Specializzazione in Psicoterapia (diventando così Psicoterapeuti autorizzati a svolgere percorsi di Psicoterapia, con presa in carico del paziente anche a lungo termine). Se lo Psicoterapeuta è alla base Psichiatra potrà anche prescrivere farmaci, se alla base è invece Psicologo no (e dovrà quindi lavorare necessariamente con uno Psichiatra di fiducia cui inviare i pazienti per l'eventuale prescrizione del farmaco)
view post Posted: 24/11/2015, 21:45     A COSA SERVE LO PSICOLOGO NELL' EQUIPE DI CHIRURGIA BARIATRICA? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Mi verrebbe da dire che non si tratta tanto di "riprendere" il controllo, così, velocemente, e quando "scatta" qualcosa (che cosa?), quanto di un percorso più armonioso, fatto di piccole comprensioni, di volta in volta, che ci permettono di capire come mai reagiamo ad arrabbiature, stress e delusioni con un'alimentazione "nervosa" o abbondante, mentre altre persone, magari, reagiscono rilassandosi facendo sport, parlando, ritagliandosi del tempo buono per sè ecc o, in alcuni casi, risolvendo in maniera assertiva le cose (che sarebbe anche l'obiettivo di un buon percorso psicologico)
view post Posted: 23/11/2015, 23:06     A COSA SERVE LO PSICOLOGO NELL' EQUIPE DI CHIRURGIA BARIATRICA? -
Dott.ssa Rastelli Katia - Psicologa
Purtroppo nella sua zona non ho nominativi da darle, quello che però mi sento di dirle è che a volte si raccolgono i frutti della terapia a distanza di tempo, anche se abbiamo la sensazione che sia stato tutto "tempo perso"...forse non abbiamo colto grandi cambiamenti pratici ma le assicuro che il fatto stesso di riuscire a cogliere la relazione tra quello che ci accade intorno, le emozioni che proviamo e la tendenza a ricorrere al cibo sarebbe già un ottimo punto di partenza per imparare a "gestirci" da soli!
50 replies since 11/11/2015