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| Il tema . Sono necessari dati circostanziati sugli effetti a lungo termine dei farmaci anti-obesità che permettano ai medici di valutare rischi e benefici prima di prescriverli. Lo sottolinea un editoriale apparso sul Lancet.
La posizione. Raj Padwal e Sumit R Majumdar del Department of Medicine dell'University of Alberta Hospital di Edmonton avvertono: “Alla luce della carenza di trattamenti farmacologici efficaci e delle implicazioni di salute pubblica della pandemia di obesità, lo sviluppo di farmaci efficaci e sicuri contro l’obesità è una priorità. Ma purtroppo ad oggi tutti i trial riguardanti farmaci anti-obesità sono carenti in quanto a dati sulla mortalità e la morbilità a lungo termine. Nuove classi di farmaci anti-obesità, ad esempio quelli che agiscono sul metabolismo della melanocortina, sono in fase di sviluppo, ma ci vorranno anni prima che siano disponibili per l’uso clinico. Sembra però necessario che durante il processo di sviluppo e approvazione dei farmaci si presti la massima attenzione non solo agli endpoint ma anche agli outcome clinici: solo così i pazienti e i loro medici potranno essere sicuri che i benefici potenziali dei farmaci anti-obesità superino costi e rischi”.
I farmaci. Il trattamento farmacologico dell’obesità è raccomandato solo nei pazienti nei quali le terapie comportamentali si siano dimostrate inefficaci. Attualmente, i farmaci anti-obesità sul mercato sono Orlistat, un inibitore della lipasi gastrointestinale che garantisce in media una riduzione del peso corporeo di 3 kg e rallenta la progressione al diabete 2 ma causa effetti collaterali a livello intestinale, Sibutramina, un soppressore non anfetaminico dell’appetito con azione sul sistema nervoso centrale che garantisce diminuzioni di peso medie di 4–5 kg ma è associato ad innalzamento della pressione e della frequenza di battito, e infine Rimonabant, capostipite dei bloccanti del recettore CB1 dei cannabinoidi, che garantisce una diminuzione di peso media di 4–5 kg e agisce positivamente sulle concentrazioni di colesterolo HDL e trigliceridi, ma causa anche in molti casi disturbi dell’umore.
Fonte: news.yahoo
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