| La maggior frequenza dei disturbi psicologici associati al disturbo da alimentazione incontrollata comprende i disturbi dell'umore seguiti poi dai disturbi d'ansia. Dal punto di vista terapeutico, il disturbo da alimentazione incontrollata richiede, come tutti i disturbi del comportamento alimentare, un approccio multidisciplinare, cioè che coinvolga più persone specialiste in materia, quindi un lavoro di equipe. Rompere un vecchio modello è dura, e si potrebbe scivolare di tanto in tanto. Questo è dove il supporto degli altri può davvero tornare utile. Famiglia, amici, e terapeuti possono essere tutti parte del gruppo di supporto. Trovando delle modalità alternative per la gestione dello stress e di altre emozioni negative, si può avere la possibilità di scegliere di non ricorrere all'utilizzo di cibo quando ci si trova sotto la spinta compulsiva. Queste possono includere l'esercizio, la meditazione, utilizzando strategie di rilassamento sensoriali, e praticare semplici esercizi di respirazione. Sarebbe opportuno anche fare seguire un'alimentazione che prevede tre pasti al giorno (colazione, pranzo e cena) più gli spuntini sani, evitando cibo spazzatura, dolci e snack. Il trattamento cognitivo-comportamentale per la cura del disturbo da alimentazione incontrollata, come per gli altri disturbi alimentari, prevede un lavoro congiunto da parte di più figure specialistiche che lavorano in équipe. Lo scopo è aiutare ad imparare a gestire il proprio sintomo, a sostituirlo con comportamenti più adeguati e soddisfacenti, e a identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono il mantenimento della patologia alimentare. Il trattamento prevede tre fasi per una durata complessiva di almeno un anno. La prima fase è finalizzata a normalizzare il peso e ad abbandonare i comportamenti di controllo del peso; la seconda fase tende a migliorare l’immagine corporea, la valutazione di sé e i rapporti interpersonali; la terza prevede l’applicazione di procedure finalizzate a prevenire le ricadute, a mantenere i risultati raggiunti durante il trattamento e a preparare la fine della terapia. Per quanto riguarda il tipo di intervento chirurgico, l'unica cosa che le posso dire è di parlarne col chirurgo che la sta seguendo, valutando insieme le eventuali complicanze e l'efficacia a lungo termine nel controllo del peso corporeo. La scelta di sottoporsi ad un intervento chirurgico va attentamente meditata e pesata contro i possibili effetti collaterali e le complicanze che ogni tipo di intervento può portare.
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