Come promesso eccomi per raccontare lo svolgimento della mia tanto agognata sleeve.
Come ricorderete, tralasciando il luogo di Roma dove c'è chi resta in lista di attesa per due anni e chi viene operato in un mese, avrei dovuto essere operato a Firenze, a Careggi, dal sublime Stefano Scaringi, il 9 febbraio. Poi però, per un problema tecnico al tavolo operatorio, è slittato tutto di un paio di settimane (mi dissero).
Io ora vivo a Firenze, ma ogni tanto ho anche necessità di tornare a casa dai miei, a Roma... quindi andai dal chirurgo per avere un'idea dei tempi da attendere ancora. Mi rispose "la opero sicuramente entro aprile".
Decido quindi di scendere a Roma il 5 aprile e, non avendo fretta, per risparmiare prendo il regionale anche se impiega 4 ore. Il regionale mi lascia al binario 2 est. (per le ferrovie significa "piazzale est", in realtà significa "esterno alla stazione"), e mi tocca farmi 600mt a piedi... voi tutti conoscete i problemi delle mie ernie che mi fanno a malapena stare in piedi.
Ad ogni modo, arrivo a casa, ceno coi miei e vado a letto.
L'indomani mattina alle 9:30 mi chiama la caposala di Careggi: "dovrebbe essere qui per mezzogiorno per il ricovero... la sua operazione è prevista domani mattina alle 8.00".
Faccio presente che sono a Roma ed alla fine ci accordiamo perchè io sia lì entro le 17:00.
Poi fra il traffico e il resto sono arrivato alle 18:30 dove trovo il chirurgo (Scaringi) e l'anestesista (Pavoni) ad attendermi per definire le ultime cose preoperatorie ed ottengo, con mia somma "incavolatura" l'ennesima conferma che sono stato raggirato sulla questione apnee notturne... non le ho e non le ho mai avute ed infatti dopo l'operazione andrò in sub-intensiva invece che in terapia intensiva.
Veniamo al giorno dell'operazione:
Mi vengono a preparare, depilare, lavare (l'infermiera mi ha aiutato con la doccia dato che io ho difficoltà a stare in piedi per farlo) e mi mettono sul lettino. Mi portano nella stanza prima della sala operatoria dove mi tocca aspettare diverso tempo perchè c'è stata un'emergenza e la mia operazione slitta.
Passo il tempo chiacchierando col chirurgo, l'anestesista, la cugina della mia ragazza, che ho la fortuna di avere in sala operatoria (la cugina, eh) invitata dal chirurgo senza che nemmeno fosse richiesto da noi e senza che faccia parte della sua equipe (è specializzanda in cardiologia) e la specializzanda in anestesia che è amica della famosa cugina.
Il tempo passa allegramente e conta poco che mi stiano cucendo addosso il catetere arterioso perchè tutto è fatto col sorriso mentre si parla di puntate di Grey's Anatomy
Il tempo passa ancora, io devo andare a fare pipì ma non posso certo scendere ed onde evitare di fare la figura della fontana zampillante si decide per mettermi il catetere da sveglio. Chi me lo mette ha le mani d'oro e non sento praticamente nulla se non il tubicino che passa sotto la prostata, ma è appena appena percettibile (ho sentito più fastidio a levarlo che a metterlo).
Mi presentano il mio attrezzista (e si ride quando lo definisco "quello che passerà il martello all'anestesista per addormentarmi") e si entra in sala. Mi dispongono le braccia, sistemano il lettino per l'operazione e mi fanno dare tre sniffate dalla mascherina che mi addormenta.
Mi risveglio due ore e mezza dopo già col lettino in movimento e vedo fumosamente i miei genitori e sento il profumo della mia ragazza che subito dopo scorgo accanto al lettino. Un saluto veloce e via in ambulanza al CTO (praticamente si attraversa la strada) per la notte in sub-intensiva dove mi hanno portato perchè in quella standard hanno messo l'emergenza operata prima di me.
Lì mi fanno un "regalo" facendo affacciare un momento i miei e la mia ragazza. Poi scopro di aver preso il posto del (
colonnello dei parà della Folgore ferito da un pacco bomba a Livorno e chiacchiero con gli infermieri di lì che di solito "non hanno persone in grado di parlare".
Io mi sento benissimo, nessun dolore, nessun fastidio, niente nausea né altro e visto che la situazione è così buona, invece di riportarmi in reparto alle 13 mi ci portano alle 11. Alle 11:30 mi levano catetere e sondino che mi ha dato più fastidio dopo levato (ancora ne porto i "segni nella gola) che quando lo "indossavo". Alle 12 sono in piedi e vado a fare pipì appoggiandomi all'asta delle "flebo". Addosso mi è rimasto solo il CVC (catetere venoso centrale) sul collo e lo terrò fino a 2 ore prima di essere dimesso ed il drenaggio che terrò fino al giorno prima della dimissione.
Facendo movimenti "strani" e tenendo lo schienale del letto alzato, riesco a dormire anche supino, anche se mi sveglio di continuo.
Il giorno dopo il mio rientro in reparto vado tranquillamente di intestino e mi dicono essere un ottimo segno.
Le giornate scorrono lietissime e riposanti. Il mio chirurgo viene di continuo a controllare il mio stato (mi sono chiesto se abbia o meno una vita privata) a qualsiasi ora del giorno che oscilli fra le 7 e le 21 dal lunedì al sabato (e domenica se dovesse avere un'operazione e trovarsi lì) e come lui l'anestesista (vi giuro che non ho mai visto un anestesista che venga a controllare il paziente ancora il quinto giorno dopo l'operazione!!!).
Definisco la mia degenza in quel reparto "vacanza" perchè è quello il clima che si vive... saranno in tutto una decina fra infermieri ed infermiere e può succedere quello che vuoi, puoi fare le richieste più assurde, ma sempre un sorriso stampato sulle labbra avrai.
Ho assistito alla scena di un'infermiera che stava andando in bagno, sentendo suonare il cicalino che indica che un paziente richiede l'intervento, ha PRIMA esaudito il paziente e POI è andata al bagno... COL SORRISO sulle labbra.
Comunque per quanto riguarda me ho fatto dieta liquida fino alla domenica, poi si è aggiunto anche lunedì e mezza giornata di martedì quando finalmente ho fatto il transito. Transito perfetto, via alla dieta semiliquida. Semolino, omogeneizzato, succo di frutta.
Il 12 mi tolgono il drenaggio che fortunatamente non butta fuori nulla e non lo farà neppure dopo. Il 13 mi rifanno le medicazioni e vengo dimesso.
Dal giorno dell'operazione a quello della dimissione ho perso 6Kg. Devo, come molti, mettere la sveglia sul cellulare per ricordarmi di mangiare.
Sto una bellezza e mi rabbuio solo al pensare alle cose inutili (ed a quello che sono costate al SSN) che mi hanno fatto fare a Roma.
PS: Non credo lo leggeranno mai qui, ma mando un saluto a tutti i miei "angeli", dal chirurgo Stefano Scaringi, all'anestesista Pavoni, allo specializzando Gadiel Liscia, alla specializzanda anestesista Alessandra, al resto dello staff del quale non conosco il nome, ad infermieri ed infermiere (Santo, Maria Rosa, Claudia, Clara, Andrea, e tutte le altre ed altri dei quali non ricordo il nome)