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Sindrome metabolica: nuova opzione terapeutica

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view post Posted on 8/7/2006, 22:54     +1   -1
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La sindrome metabolica, in aumento in tutto il mondo e specialmente nei Paesi industrializzati, è caratterizzata dalla presenza di almeno tre di cinque variabili: vita larga (oltre 88 cm nella donna e più di 104 nel maschio), HDL basso (meno di 50 e meno di 40 mg/dl rispettivamente), pressione tendente a valori elevati (135/90 mmHg), glicemia superiore alla norma (> 100 mg/dl) e trigliceridi oltre 150 mg/dl . Chi presenta almeno 3 di queste 5 alterazioni corre un rischio almeno 3 volte più elevato rispetto alla media di subire infarti.

Jean Pierre Desprès del Québec Heart Institut (Québec City), presidente della neonata Società Internazionale della Sindrome Metabolica presentata oggi a Roma nel corso del Simposio Internazionale sull’Aterosclerosi, ha illustrato i vantaggi di una nuova opzione terapeutica, il rimonabant.


Le evidenze hanno confermato che l’obesità, in modo particolare quella addominale, è strettamente associata alle patologie cardiovascolari: una recentissima ricerca coordinata da Desprès ha dimostrato che l’aumento significativo della circonferenza addominale incrementa fino al 40 per cento, indipendentemente dall’età, il rischio di infarto o ictus in entrambi i sessi. Tale aumento di rischio diviene clinicamente rilevante quando si raggiungono i valori soglia: 102 e 88 centimetri di girovita rispettivamente per uomini e donne.

L’efficacia di ogni trattamento farmacologico contro l’obesità è significativamente aumentata dall’assunzione concomitante di uno stile di vita più controllato, cioè da comportamenti alimentari “normali” e da una buona attività fisica.

Ciò è vero anche nel caso della nuova classe di farmaci – gli inibitori degli endocannabinoidi – che agiscono proprio a livello del grasso addominale. Il rimonabant, primo di questa nuova classe, ha dimostrato di diminuire il peso, ridurre la circonferenza vita e migliorare il quadro lipoproteico (trigliceridi, HDL, insulino-resistenza): “Il rimonabant è stato oggetto di studi assai ampi su molte migliaia di persone con alto rischio cardiovascolare e sindrome metabolica – spiega Desprès – ed i progressi registrati riguardo a diversi fattori di rischio sono stati superiori a quanto atteso sulla base della sola perdita di peso osservata. Negli studi internazionali multicentrici in doppio cieco RIO (Rimonabant In Obesity)-Lipids e RIO-Europe, condotti rispettivamente per uno e due anni su complessivamente più di 2500 persone sovrappeso od obese in Europa e USA si sono evidenziati, tra gli altri risultati, una diminuzione media della circonferenza vita di 9 cm contro 3 e un aumento del 23 per cento del colesterolo HDL contro il 12 per cento nei pazienti trattati con rimonabant rispetto a quelli trattati con placebo (studio RIO-Lipids) e di 7 cm contro 3 (più 28 per cento di HDL col farmaco contro 16 per cento del placebo) nello studio RIO-Europe".
Risultati che – secondo Cesare Sirtori, Presidente del Congresso ISA 2006 – confermano il potenziale di questa molecola nel ridurre il peso e anche nell’aumentare in misura rilevante il colesterolo HDL (fino al 20 per cento), determinando quindi una notevole riduzione del profilo di rischio.


Le attese sono aumentate dal fatto che, se una significativa riduzione del peso corporeo è difficile da ottenere, mantenere intatta la perdita di peso è ancora più difficile. Purtroppo, pochi trattamenti non-chirurgici per l’obesità si traducono in una perdita di peso durevole. Pazienti e specialisti richiedono dunque trattamenti che integrino le modifiche degli stili di vita e che possano assistere i pazienti nel processo di dimagrimento aiutandoli a mantenere nel tempo un peso corretto.
Desprès ha infine sottolineato che “rimonabant è un trattamento innovativo in grado di offrire ai medici un nuovo approccio nella gestione di fattori cardiometabolici multipli nei pazienti con obesità addominale e che soffrono di altre patologie quali diabete di tipo 2 o dislipidemia. Ma – ha concluso – è fondamentale che questo farmaco sia impiegato esclusivamente nei pazienti che dimostrano di avere un reale bisogno medico, e non in chi potrebbe utilizzarlo solo per fini estetici”.

Fonte:Yahoo news
 
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