Articolo stringato, ma ci sono vari riferimenti su cose che, credo, abbiamo pensato tutti.
Fonte:
http://www.corriere.it/cronache/09_settemb...44f02aabc.shtmlMeglio non dire ai bambini
che bisogna stare a dieta
Studio di Stanford: è controproducente, così ingrassano
*
NOTIZIE CORRELATE
*
Il canale nutrizione di Corriere.it
*
Nutrizione: l'esperto risponde
ROMA — Premessa. Questo articolo è stato proposto da una cronista in preda a sensi di colpa (sarei io); che ha passato la mattinata di ieri navigando online in cerca di studi su sovralimentazione e crescita. L'improvviso interesse per simili tematiche derivava dall'avere: incoraggiato quattro tredici-quattordicenni a ordinare carbonara e amatriciana come se piovesse in una serata di caldo bestiale; insistito perché si finisse insieme una eccellente ma bisunta frittura di paranza; lasciato ampia libertà di scelta sul dessert.
La gioventù presente, alzandosi da tavola con difficoltà, ha proclamato: «Domani si cammina per Roma tutto il giorno, eh»; mostrando così maggior saggezza degli adulti che avrebbero dovuto tutelarla. Perché, quando si analizza la spinosa questione del sovrappeso nell'età dello sviluppo, i ricercatori sono in disaccordo su tutto tranne che sulla necessità di fare moto. Che aiuti a dimagrire, o no. Svolgimento. Il patetico caso personale della cronista è un esempio dei milioni di atteggiamenti yo-yo dei genitori contemporanei. Preoccupati (causa bombardamento mediatico, ma anche perché sono tanti i ragazzini troppo grassi o troppo magri) dei disordini alimentari. Incerti su cosa fare e soprattutto che cosa dire: se offro altri fusilli diventerà obeso? Se le dico di stare attenta finirà anoressica? Eccetera. Insicuri su tutto, tranne che su una rassicurante banalità: la maggior parte dei nostri figli «rappresenta un gruppo maggioritario di bambini e ragazzi che si trova a metà tra i due estremi ampiamente pubblicizzati (e molto complicati)». Lo scrive saggiamente Frank Bruni; ex giornalista politico diventato famoso (e temuto, come non sono più tanti giornalisti politici) come critico gastronomico del New York Times. Oggi ancora più noto per il suo nuovo libro Born Round: The Secret History of a Full-Time Eater (nato tondo: la storia segreta di un mangiatore a tempo pieno), in cui racconta la sua vita di cicciotto, fin dalla bulimia infantile. In quanto persona informata dei fatti, Bruni pone la questione in modo impeccabile: «Come si insegna ai più piccoli a star lontani dal cibo poco sano senza creare il panico? Come si riesce a fargli capire cosa e quanto mangiano senza renderli paranoici sulle conseguenze?».
Ottime domande, difficili risposte. I protocolli politicamente corretti, da genitori salutisti, quelli grazie ai quali molti di noi si rendono impopolari da anni, spesso non funzionano. Lo sostengono nuove ricerche, che arrivano, anche quelle, dall'America. Un'indagine della Stanford University ha mostrato come i padri attenti all'alimentazione sana e alle variazioni di peso delle figlie aumentano il rischio di sviluppare disordini alimentari (quelli mentali li hanno già molti padri contemporanei, anche italici, perversamente ossessionati dalla snellezza delle pargole).
Secondo uno studio della University of Minnesota, i bambini che i genitori incoraggiano alla moderazione se non alla dieta tendono a rimanere sovrappeso; molto più dei figli di mamme e papà svaporati che non badano alle calorie. Tom Baranowski, professore di nutrizione pediatrica al Baylor College of Medicine di Houston, ha pesato e intervistato legioni di ragazzini: concludendo che i giovani, virtuosi consumatori di frutta e verdura pesano come i bevitori di bevande gassate iperzuccherate. È meglio non giustificarsi col peso-revisionismo e scendere a comprare patatine per tutti, però. Le regole tutto sommato valide (fino alle prossime desolanti ricerche, chissà) sono le più faticose: fare moto con i figli, cucinare con loro, dare il buon esempio limitando le porzioni (le proprie; troppo facile infierire sui pupi). L'umiliante esortazione «mettiti a dieta» va riservata agli adulti, va detta tra adulti, altrimenti fa solo danni (e neanche gli adulti dimagriscono, in genere, poi).
Maria Laura Rodotà
01 settembre 2009