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Dolcificanti: li conosciamo?

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view post Posted on 1/10/2005, 14:08     +1   -1
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Chi segue una dieta ipocalorica per perdere peso, spesso si avvale di un prezioso alleato: il dolcificante.

I dolcificanti sono composti chimici, in alcuni casi prodotti dalla sofisticazione di molecole presenti in natura, utili da sostituire allo zucchero per ridurre il numero di calorie giornaliere ingerite con la dieta.

Infatti, se 1 grammo di zucchero contiene 4 calorie, 1 grammo della maggior parte dei dolcificanti presenti in commercio ne contiene circa 2, cioè la metà.

Bisogna precisare, però, che esistono due categorie di dolcificanti: quelli più “leggeri” come sorbitolo (E420), mannitolo (E421), isomalto (E953), smaltitolo (E965) e xylitolo (E 967), e quelli più “forti” come acesulfame K (E950), aspartame (E951), saccarina (E945), cyclamato (E925), taumatina (E 975), neosperidina (E 959) e sucralosio (E 955).

Mentre i primi vengono utilizzati generalmente dalle industrie alimentari per la preparazione di cibi e bevande a basso contenuto calorico, i secondi sono di solito destinati all’utilizzo diretto da parte del consumatore, per donare un gusto dolce alle bevande senza esagerare con le calorie.

Sono in molti i dietologi che consigliano l’utilizzo dei dolcificanti in una dieta ipocalorica, ma non sono solo le persone a dieta a scegliere i dolcificanti: il numero dei consumatori che li utilizza per tenere il peso sotto controllo, o semplicemente per concedersi altri “sfizi” calorici, è infatti in continuo aumento.

Sì ai dolcificanti, allora, ma con alcune attenzioni.

Anche se si tratta di prodotti utili a ridurre le calorie, non bisogna cadere nell’errore di considerarli la soluzione a tutti i problemi di peso.

Sostituire un dolcificante allo zucchero senza apportare alcun cambiamento alle proprie abitudini alimentari non serve a perdere peso; l’unico modo per dimagrire resta sempre una dieta ipocalorica equilibrata, in cui i dolcificanti possono assumere il giusto peso in base alle indicazioni del dietologo.

Dall’altra parte, chi fa uso abituale di dolcificanti rischia spesso di diventarne dipendente, il che è un rischio da evitare con lo strumento della consapevolezza: bere, se capita, un caffè con due cucchiaini di zucchero normale non è certo un danno irreparabile per la dieta!

Negli ultimi tempi, poi, i dolcificanti sono stati al centro di attenzioni e polemiche per una ricerca della Fondazione Europea di Oncologia, secondo la quale i dolcificanti a base di aspartame sarebbero dannosi per la salute.

L’èquipe del Centro di Ricerca sul Cancro della Fondazione ha sottoposto 250 ratti alla somministrazione di aspartame in diverse concentrazioni, fino alla loro morte naturale. Stando ai primi risultati, l’aspartame sembrava aumentare il rischio di linfomi e leucemie nelle cavie di sesso femminile.

La notizia, però, non deve creare inutili allarmismi: di fronte al dato presentato dalla ricerca, la Federazione Nazionale dell’Industria Chimica (FEDERCHIMICA) ha schierato risultati completamente opposti provenienti da oltre 200 studi svolti sull’aspartame a partire dal 1983, anno della sua approvazione da parte della Food and Drugs Administration.

Anche il Comitato Congiunto di Esperti sugli Additivi Alimentari (JEFCA) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha minimizzato la notizia, garantendo che i milioni di consumatori di aspartame in tutto il mondo, tra cui i soggetti che soffrono di patologie gravi quali obesità e diabete, possono continuare ad assumerlo in piena sicurezza.

Infine, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha assicurato che «la questione verrà considerata nella valutazione del rischio che verrà intrapresa», anche se al momento «non esiste una base scientifica per raccomandare variazioni nella dieta dei consumatori per quel che riguarda l’aspartame».

Per i sostenitori del “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”, esistono comunque in commercio prodotti dolcificanti dietetici privi di aspartame.


Fonti: Eufic, Ansa
 
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