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Addio dieta mediterranea

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view post Posted on 15/9/2005, 00:32     +1   -1
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Che disastro gli italiani a tavola. Solo qualche giorno fa ci eravamo soffermati a parlare dei single, di quanto mangino male, del fatto che non rispettino gli orari dei pasti, che non pongano nessun riguardo verso la qualità dei cibi acquistati e così via. Oggi, grazie ad una doppia indagine condotta da CeRA, il Centro Interdipartimentale di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti dell'Università di Firenze, scopriamo che gli italiani e il cibo hanno proprio un pessimo rapporto, qualsiasi sia la loro posizione nella società.


Ad indagare sulle sulle abitudini alimentari più diffuse nel Belpaese sono stati, nel corso di tre anni, Alessandro Casini, nutrizionista, e Rosanna Abbate, internista. La ricerca, presentata in occasione del primo convegno del CeRA (Alimenti e ricerca dalla produzione alla tavola: qualità, tipicità e salute), dipinge un quadro davvero preoccupante: cinque italiani su dieci hanno valori del colesterolo alterati, quattro sono decisamente in sovrappeso e il 10% tracima oltre la soglia dell’obesità. Condotta dal 2002 alla fine del 2004, l'indagine ha preso in esame 1000 persone, sani, scelti a caso, analizzandone sia il comportamento a tavola che lo stato di salute. Ne è emerso che in Italia si mangia troppa carne e troppi formaggi, salumi, biscotti, dolci, olio cotto e si fa quindi un uso eccessivo di grassi saturi. Inoltre, si consuma poca frutta, pochi ortaggi, fibre, legumi, latticini. Mangiando pochissimo pesce si registra poi un consumo di grassi polinsaturi del tutto insufficiente. In altre parole, nel nostro paese si tende sempre più ad assimilare i regimi alimentari degli americani e ad abbandonare la sana dieta mediterranea. Le conseguenze di questo pessimo trend sono tanto evidenti quanto preoccupanti: il 40% del campione è sovrappeso, con una quota di obesi del 10% circa; il 48% presenta valori alterati del colesterolo totale, mentre nel 6% dei casi il colesterolo HDL (quello buono) è inferiore alla norma; il 5% ha ridotta tolleranza agli zuccheri, con un 2,2% di soggetti francamente diabetici; il 10% circa ha alterati i valori delle transaminasi e il 13,5% quelli della gamma GT, questi ultimi enzimi epatici che suggeriscono la presenza di fegato grasso e il possibile rischio di cirrosi.


Fonte: Jugo

 
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