Ho trovato questo articolo sull'assorbimento intestinale post diversione non so se già era stato postato ma mi è sembrato interessante.....
FONTE:www.chirurgiaobesi.com La nuova configurazione dell’apparato gastroenterico nel soggetto con diversione biliopancreatica si compone dunque di uno stomaco ridotto in volume che si vuota nel tratto alimentare, nel quale gli alimenti transitano senza incontrare la secrezione biliopancreatica.
Che ne è di quest’ultima? Essa sbocca regolarmente nel duodeno, chiuso a fondo cieco, e percorre il tratto biliopancreatico, nel quale gli enzimi pancreatici, scarsi perché si tratta di una produzione minima perché non più stimolata dal pasto, vengo interamente riassorbiti, talché ciò che raggiunge gli alimenti all’appuntamento nell’ileo terminale è soltanto la bile. Vi è poi il tratto comune, e quindi il colon, che non è stato toccato dall’intervento.
Vediamo di capire nella sostanza come tutto questo modifica l’assorbimento intestinale, il che non è per il soggetto operato una conoscenza astratta come potrebbe essere per l’iperteso conoscere il meccanismo di azione del suo farmaco antiipertensivo, bensì un utile punto di riferimento per potere utilizzare al meglio le prestazioni che l’intervento fornisce.
Cominciamo da farinacei e grassi, che chimicamente vuol dire amido e trigliceridi.
Esistono nella parete intestinale enzimi che hanno le stesse funzioni di quelli pancreatici, che sono dunque capaci di digerire l’amido e i trigliceridi trasformandoli in glucosio e acidi grassi, ma che, a differenza degli enzimi pancreatici, non sono in quantità tale da garantire una digestione illimitata. Questo crea un limite massimo alla digestione e dunque all’assorbimento, che dipende dalla lunghezza del tratto intestinale percorso dal cibo e che, nel caso della diversione biliopancreatica con lunghezze standard, corrisponde in media a circa 220 grammi di amido al giorno. Tutto l’amido in più dei farinacei che si mangiano, indipendentemente da quanti se ne mangiano, semplicemente non viene assorbito. Diverso è il discorso per i trigliceridi, cioè i grassi. Anch’essi vengono digeriti dagli enzimi intestinali, ma, poiché il loro assorbimento può avvenire solo in presenza dei sali biliari, esso è limitato ai 50 centimetri del tratto comune, che consentono in media l’assorbimento di circa 40 grammi di trigliceridi al giorno. Anche in questo caso, naturalmente, tutto l’eccedente non viene assorbito, indipendentemente dalla quantità.
In altre parole, mentre l’intestino di un soggetto non operato ha una capacità di assorbimento dei grassi e dei farinacei praticamente illimitato, l’apparato gastroenterico del soggetto con diversione biliopancreatica può assorbire soltanto una certa quantità di tali alimenti, mentre tutto quello che si mangia in più viene eliminato.
Conseguentemente, poiché la quantità giornaliera di grassi e farinacei assunta dal soggetto operato è di regola superiore a quella massima assorbibile, l’assorbimento intestinale di essi è costante e del tutto indipendente da quanto si mangia. A riprova di ciò, abbiamo tenuto dieci soggetti operati da almeno cinque anni ricoverati in ospedale per 15 giorni alla loro dieta abituale, e abbiamo successivamente per altri 15 giorni aumentato la quantità di grassi e farinacei da loro assunta per un totale giornaliero di 2000 calorie. Il loro peso corporeo non è cambiato in media di neppure un etto.
Per le proteine vale lo stesso discorso che per l’amido, ma con due importanti differenze.
La prima differenza consiste nel fatto che anche le proteine vengono digerite dagli enzimi della parete intestinale e quindi assorbite, ma, a differenza dall’amido e dai grassi, che possono essere assorbiti solo nell’intestino tenue, l’assorbimento delle proteine continua nel colon, capacità questa che tutti i colon possiedono, ma che non viene normalmente sfruttata semplicemente perché l’assorbimento delle proteine si completa nell’intestino tenue, e quindi esse non raggiungono mai il colon.
La seconda importante differenza consiste nel fatto che per le proteine non esiste un assorbimento massimo possibile, bensì la quantità di proteine assorbita aumenta con l’aumentare della quantità assunta, mantenendosi pari al 70 per cento qualunque sia l’introito.
Poiché, nella nostra alimentazione abituale, le proteine si accompagnano quasi inevitabilmente ai grassi, come è il caso dei formaggi, della carne, delle uova, degli insaccati, assorbire le proteine e non i grassi è evidentemente una vantaggiosissima particolarità che, a differenza di qualunque dieta, consente di perdere peso in condizioni di pieno benessere.
ll totale benessere in cui avviene il dimagrimento è anche spiegato dal fatto che nel tratto alimentare continuano a essere normalmente assorbiti quegli alimenti che non contengono calorie e sono indispensabili per la vita e la buona salute, come l’acqua, i sali minerali, le vitamine, alimenti che non necessitano della digestione per essere assorbiti.
Viene così completante realizzata quella riduzione dell’assorbimento intestinale che, a differenza di quella indiscriminata del bypass digiunoileale, è selettiva, limitata cioè ai soli alimenti ad alto contenuto energetico.
E’ importante ricordare che la riduzione dell’assorbimento non riguarda tutti gli alimenti con contenuto energetico. In particolare, gli zuccheri semplici, cioè i mono e i disaccaridi, non hanno bisogno della digestione per l’assorbimento, e quindi, così come l’acqua e i sali, continuano a essere normalmente assorbiti dopo diversione biliopancreatica.
Si tratta in pratica del saccarosio, cioè lo zucchero da cucina, che è un disaccaride, e quindi quello dei dolci e delle bibite zuccherate, ma anche di quello della frutta, che si chiama fruttosio ed è un monosaccaride, e quello del latte, altro monosaccaride che si chiama lattosio. Lo stesso avviene per l'alcol, che ha addirittura quasi il doppio delle calorie dello zucchero. Riparleremo di questi alimenti nei risultati della diversione biliopancreatica, ma sin d'ora è bene comprendere e ricordare che un introito eccessivo di questi alimenti può provocare riduzione ponderale insufficiente o recupero di peso a qualunque distanza di tempo dopo diversione biliopancreatica
Edited by ornelladmin - 1/3/2013, 01:13