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Pronto Soccorso & il “codice colore”

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view post Posted on 25/11/2010, 14:36     +1   -1
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Ogni giorno, nei Pronto Soccorso degli Ospedali cittadini, vengono curati centinaia di pazienti. Il tempo è molto importante: deve essere impiegato in modo razionale, i minuti persi possono mettere in pericolo una vita.
I tempi di intervento dell’équipe sanitaria dipendono dall’effettiva gravità del caso, che è individuata con codici colore.

Significato dei colori:

Codice rosso: molto critico, priorità massima, pazienti con compromissione delle funzioni vitali, accesso immediato alle cure.
Riceve questo codice il paziente che arriva al Pronto soccorso in evidente pericolo di vita con le funzioni vitali già gravemente alterate. Si attribuisce il codice rosso anche quando le funzioni vitali, pur se presenti, sono instabili e le condizioni sono a rischio di improvvisa alterazione. In questo caso tutti gli operatori della struttura medica di urgenza si dedicano completamente al paziente, utilizzando tutta la tecnologia disponibile. L’attività del Pronto soccorso è bloccata o ridotta all’indispensabile.

Codice giallo: mediamente critico, priorità intermedia.
Questo è il caso in cui, pur in presenza delle funzioni vitali, esiste per il paziente il pericolo di un aggravamento dei sintomi e delle condizioni. Il codice giallo si attribuisce anche a chi arriva al pronto Soccorso in uno stato acuto di sofferenza. Le prestazioni necessarie saranno erogate nel più breve tempo possibile.

Codice verde: poco critico, priorità bassa, prestazioni differibili.
Il paziente selezionato con questo codice, pur non trovandosi in condizioni critiche, è in uno stato di salute meritevole di un controllo. Il personale ospedaliero garantisce la prestazione ma solo dopo aver risolto i casi più urgenti.

Codice bianco: non critico, pazienti non urgenti. In questo caso la prestazione medica è comunque garantita anche se si tratta di situazioni che dovrebbero essere affrontate rivolgendosi in prima istanza al medico di famiglia o a strutture ambulatoriali non destinate ai casi urgenti. Con il codice bianco i tempi di attesa potrebbero essere lunghi ed è previsto, come detto all’inizio, il pagamento del ticket.

In certe situazioni ricorrere al pronto soccorso è indispensabile, ma ci sono frangenti in cui si può evitare, ricorrendo all’intervento del proprio medico di base o della guardia medica.

Nel codificare un caso come meno urgente non si intende sottovalutare il disagio del paziente che, a prescindere dalla gravità del caso, rimane sempre il principale interesse del personale assistenziale.

Le prestazioni esenti dal pagamento ticket
Non sono soggette al pagamento del ticket le prestazioni che:
* rientrano nella condizione dell’emergenza-urgenza e sono riferite ad eventi che compromettono l’integrità del soggetto;
* non sono risolvibili dal medico di medicina generale, dalla guardia medica o negli ambulatori specialistici;
* si riferiscono a fatti o traumi accaduti poco tempo prima dell’accesso al Pronto Soccorso.

Le prestazioni soggette al pagamento ticket
Le prestazioni erogate dal Pronto Soccorso sono soggette al pagamento del ticket quando non ricorrono le caratteristiche dell’emergenza-urgenza descritte nel paragrafo precedente.

Le linee guida sul "Triage intraospedaliero per gli utenti che accedono direttamente in pronto soccorso" pubblicate, per la prima volta, sulla Gazzetta ufficiale del 7dicembre 2001, lo definiscono "il processo con cui i pazienti vengono selezionati e classificati in base al tipo e all’urgenza delle loro condizioni". Obiettivo del triage è proprio la definizione della priorità con cui il paziente che si reca al pronto soccorso verrà visitato dal medico, praticamente il suo tempo di attesa.
Il triade può essere utilizzato sul territorio durante maxiemergenze o catastrofi.

Triage
è una parola di origine francese e deriva dal verbo "trier" che significa scegliere, selezionare.
Le prime esperienze di triage furono fatte durante il periodo napoleonico, nei campi di battaglia, per definire i criteri di priorità riguardo a ferite e cure sanitarie ai soldati.
In epoca più recente il triage è stato utilizzato anche durante la guerra di Corea e quella del Vietnam. In seguito è stato impiegato nel settore civile con un miglioramento notevole nello smaltimento delle urgenze all’interno delle strutture di pronto soccorso.

In Italia è con il DPR 128/1969 che si cominciano a delineare caratteristiche e fondamenti dei servizi di Pronto soccorso. Ma è con il DPR del 27 marzo del 1992 che viene introdotta la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza, definitivamente sistematizzati dalle già citate linee guida del 2001 che hanno disciplinato il pronto soccorso.

Secondo tali linee guida, l’attività del triage viene divisa in due fasi: l’accoglienza e l’assegnazione del codice di gravità.
L'accoglienza consiste in un primo contatto da parte del personale infermieristico durante il quale vengono raccolti i primi dati e le prime informazioni da parte di familiari o soccorritori e l’eventuale documentazione medica.
In questo frangente vengono anche rilevati e registrati i parametri vitali che sono lo stato di coscienza, il respiro ed il battito cardiaco.
Questi parametri, infatti, sono le spie del buon funzionamento dei tre apparati fondamentali per la vita: il sistema nervoso, il sistema respiratorio e quello cardiocircolatorio.
Una perdita di conoscenza di breve durata non rappresenta una condizione di pericolo.
Al contrario, una perdita di conoscenza prolungata e che permane nel tempo è sempre espressione di un serio pericolo. Il battito cardiaco, invece, informa sulla corretta contrazione del cuore e, attraverso il polso, è possibile controllare non solo la frequenza cardiaca ma rilevare anche dati indicativi della forza di contrazione del cuore e dello stato delle arterie.
L'assegnazione del codice di gravità consiste, invece, nell'attribuzione di codici di colore, a seconda dell’urgenza e della criticità della situazione sanitaria del paziente che deve attendere la visita e le cure.
 
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