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Psicologo? Psichiatra? Che sono? Se Magnano?, Percorso psicologico verso l'intervento e dopo di esso

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icon13  view post Posted on 18/1/2010, 20:20     +1   -1
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Diversi post che mi è capitato di leggere, hanno rafforzato in me la convinzione che alcune persone si avvicinano alla chirurgia bariatrica e vi si sottopongono con lo stesso spirito dei topi che scappano dalla nave che sta affondando. Io ho portato avanti un percorso con la mia psicologa iniziando nel 2004, abbiamo vagliato la mia storia, le mie reazioni, il mio modo di affrontare le persone, la sofferenza, la felicità ecc... Io ho affrontato i miei "mostri" le mie paure e il dolore che tenevo chiuso dentro e che cercavo di affogare nel cibo. Questo percorso con le sue fasi obbligatorie, i tentativi di diete, il rifiuto di accettare di essere malati..., mi ha portato alla scelta della chirurgia bariatrica. Ancora adesso dopo l'intervento sto portando avanti il percorso perché l'intervento non è la bacchetta magica, e ci cambia radicalmente, molto spesso però quello che scopriamo di essere ci crea problemi, prima dicevamo o pensavamo: "io non ho mai amato i bei vestiti, spendere soldi per la roba di marca è come buttarli via, mi metto i vestiti comprati al mercato, se fossi magro non mi comporterei così,il parrucchiere giusto a Natale, a Pasqua e per le ferie..." invece ora le cose stanno cambiando. La nuova persona che scava attraverso il grasso che se ne va, e che vuole venire al mondo è così carica di complessi e di rabbia che rischia di farci fare il botto. Questo per dire che l'intervento deve essere un punto di arrivo non di fuga o di partenza. Vorrei avere anche i vostri pareri e le vostre storie, così che anche i nuovi o chi si è tuffato a pesce o sta per farlo, sul miracolo bariatrico possa avere informazioni in più. Io non credo che qualche seduta con la psicologa dell'ospedale dove ci dobbiamo operare sia minimamente sufficiente.

Edited by enricolensi - 18/1/2010, 20:51
 
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silviadigit
view post Posted on 18/1/2010, 21:06     +1   -1




io non dico che non serva e che non mi servirà o sarebbe servito, dico solo che io non ho mai parlato con uno psicologo in vita mia eppure ho affrontato il mio problema obesità ho avuto al consapevolezza di avere una sola chance per curarmi e ho affrontato la chirurgia... nella struttura che ho scelto addirittura non è previsto il colloquio psicologico pre intervento, ho fatto tutto da sola, nessuno mi ha detto o indirizzato su cosa potevo o darebbe stato emglio affrontare, non dico che sia giusto, è solo al mia esperienza...
 
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Yaya75
view post Posted on 18/1/2010, 22:32     +1   -1




Enrico...con me sfondi una porta già spalancata!
Come te ho cominciato il mio percorso da anni. ma ...aimè dopo il posizionamento del bend!
Non è stato facile, e nemmeno indolore, anzi, dopo la prima seduta al mio rientro a casa mio padre mi ha accolto senza saperne nulla e dicendomi "Amore! Sembri sfinita!".
Quanto fosse vero lui non l'ha mai saputo, ero abituata a difendermi per proteggermi e tutelare una situazione nella quale mi sentivo a mio agio per quanto terribile, perchè trovandomi su un terreno - quello del disturbo alimentare - che conoscevo, riuscivo a sopravviverci nonostante le continue ferite che sono quelle di tutti noi, dentro a quello studio ho voluto deporre le armi e lasciarmi medicare.
Dentro quello studio ho pianto tutte le mie lacrime, ho abbassato le mie difese a volte e alzato mura alte come quelle di cinta dei castelli altre, e ....qualche volta... mi è stato anche concesso di fuggire...per un pò.... ma con la consapevolezza che era solo un rinvio!
Non ho mai desistito perchè non volevo risolvere il mio disturbo alimentare solo fuori, volevo ucciderlo come si fa con un insetto...come lui ha fatto con me per anni, inutile dire che non ci sono riuscita, è troppo radicato in me, ma non è nemmeno lui che mi comanda, anzi ho imparato molto, ho imparato a gestire le situazioni critiche rispetto al cibo, ho capito molto di me, e la persona che adesso - come dici tu - si affaccia .... ogni tanto è la Chiara di quando ero piccola, quella che quando voleva una cosa non era possibile convincere a desistere.
Mia madre pochi giorni fa ha detto di me una cosa che mi ha rincuorata molto:
"Chiara più dimagrisce ....e più diventa forte!".
L'obesità mi aveva rammollita molto, in effetti i continui fallimenti fiaccano la persona e le tolgono autostima, si perde la voglia di fare esperienze, si perde l'entusiasmo per la vita, si perde la VOGLIA di vivere!
Io le ho recuperate almeno in parte e adesso molte cose funzionano in modo completamente opposto a prima anche nel rapporto col cibo e con gli altri e questo io lo prendo come un segno di una sorta di salute che non è esattamente quella delle persone normopeso, ma almeno non è crogiolarsi in un disturbo alimentare lasciandosi sopraffere completamente inermi!

Edited by Yaya75 - 19/1/2010, 12:13
 
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soladisera
view post Posted on 18/1/2010, 22:51     +1   -1




Ciao Enrico, a Firenze ho parlato con una psicologa, fu il primo colloquio che feci e devo dirti che se quella era una psicologa io ero la Regina Elisabetta! E' stato l'unico medico che non mi è servito e anzi, se non ci fosse stato sarebbe andata anche meglio, visto che era una perfetta cafona e mi ha fatto soltanto incacchiare.
Questo non vuol dire però, che io non ritenga giusto parlare con uno psicologo, in certi casi è fondamentale ma ci vuole molta competenza e negli ospedali, spesso, questa competenza scarseggia.
Tutto questo cmq è molto soggettivo.
Per una vera terapia, seria, occorrono anni e feeling.
A me sinceramente non è mai interessato parlare con un medico per le mie abitudini alimentari però mi rendo conto che ne avrei bisogno ma per altri motivi
 
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dedina17
view post Posted on 19/1/2010, 04:58     +1   -1




Enrico trovo il tuo topic giusto e prezioso.
So bene a cosa ti riferisci....come me leggi di gente che si opera con facilita', che nn e'pronta ad affrontare il dopo, che nn riesce a gestire il suo intervento perche' l'intervento....appunto....nn e' una bacchetta magica.
Ci fa dimagrire ma la nostra testa rimane obesa, inopportuna, fuori luogo....
sembra che il grasso nn ci abbandoni mai.
ed e' facile , fra l'altro passare da un problema...obesita'...al suo opposto...anoressia.
Molto piu' facile di quel che crediamo.
Mi spiace dirlo ma il colloquio pre intervento con lo psicoloo ci fa una sega!!
Io lo trovo fondamentale un percorso parallelo alla chirurgia.
Grazie Enrico x l'attenzione che dimostri...la trovo preziosa veramente
un abbraccio
deda
 
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tata68
view post Posted on 19/1/2010, 07:17     +1   -1




Secondo me prima dell'intervento più che un colloquio con lo psicologo, ci vorrebbe un esame di abilitazione. Lo psicologo lo userei solo dopo come supporto per verificare che il sapere sia anche il praticare, visto che di "razzolatori" ne siamo tanti.
Un esame di ammissione all'intervento, con tanto di domande da barrare come per la patente, da fare sotto gli occhi del medico.
Così se non hai capito bene di cosa si tratta, se non hai appreso le regole principali, se non hai capito cosa stai affrontando, allora devi studiare ancora perchè se ti metti in strada senza saper guidare rischi di uccidere qualcuno e te stesso, ma anche se non sai gestire la tua vita dopo un'intervento bariatrico rischi di stare veramente male o addirittura di ucciderti.
 
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*Fabrizio*
view post Posted on 19/1/2010, 08:12     +1   -1




Tata io l'ho fatto ,al belcolle funziona così ti fanno i test attitudinali e poi sei molto seguito a livello psicologico solo io sono stato un problema all'ultima riunione (era di gruppo) la psicologa alla fine mi ha preso da parte e mi ha detto :
"Fabrì se non vieni più è molto meglio per loro e per me"
chissà perchè!
 
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tata68
view post Posted on 19/1/2010, 08:29     +1   -1




posso immaginare....
Sai che anche io ne ho conosciute due e per entrambe le volte le ho messe in difficoltà senza volerlo? e meno male che non ero una loro paziente.
Una mi ha avvicinato lei mentre ero in hospice con mia madre in fase terminale e l'altra era con me ad una cena di amici.
L'ultima era da registrare :swmgif: :azzgif: da radiare dall'albo.....
 
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cipollina.svizzera
view post Posted on 19/1/2010, 14:17     +1   -1




quoto soladisera e deda
in parte anche Tata, anche se sarei curiosa sul come dovrebbe
essere impostato il questionario da crociare nel fatidico test d'ammissione

Mia figlia ha avuto un 1. colloquio con uno psichiatra, il primo di questo genere
(premetto che ho anch'io una formazione pedagogica, anche se mi rendo conto, nn è rilevante)

Ora, sto psichiatra dal quale si è recata Isa, l'ho visto velocemente, e mia (cattiva?) abitudine almeno salutare chi tratta con mia figlia.
La mia prima impressione direi abbastanza buona, anche se era molto anziano.
Lo studio, ammobiliato come lui, vecchi sofà, lilbreria con vecchi e ultravecchi libri di psicologia e psichiatria (ho dato un occhiata velocissima).

Dopo 45 minuti Isa è uscita, faccia scura. ... ai ai ai ai ai pensai, preoccupata...
Isa: Mamma, se devo andare per questa strada per poter fare l'intervento, farò anche questo, ma ti dico che non mi sento per niente a mio agio con lui. Con lui io non faccio nulla.
Dunque: mi diceva Isa, lo studio vecchio come la sala d'attesa, ma non era un problema per lei. Quel che l'ha fatta sentire a disagio era il primo approccio con un uomo anziano, mai visto, freddo.
Lei seduta di fronte a lui su una sedia, LEI illuminata tipo con FARO allogeno per tutto il tempo,, lui in penombra. Già questo. Inoltre le faceva delle domande, ascoltava la risposta e ... rimaneva in silenzio a lungo, sempre scrutandola da cima a fondo e da fondo a cima..
Poi, come prima cosa le ha detto, dammi l'indirizzo di tuo padre, voglio parlare con lui, voglio vedere che padre è stato ecc.
Ovviamente Isa, vivendo sotto lo stesso tetto con un padre che non la saluta nemmeno, che ha dei problemi relazionali di gravissima importanza, gli ha detto di No.
Lui: non mi interessa quel che vuoi tu, IO lo chiamerò e faccio come mi pare (ma dico io Franci: sto qui, avrà lavorato per la gestapo!?!?).
Isa dice che non aveva tanto coraggio, ma ha tirato fuori le pelotas: "mi spiace, dottore, ma io non l'autorizzo. Sono giovane si, ma prima di tutto la mia obesità non c'entra con mio padre, e lei ha il dovere di rispettare la mia volontà di non parlare con lui. Non sono ne sotto tutela, ne tantomeno un caso prichiatrico. Mio padre se ne è fregato di me da sempre, non è certo ora che si risolve. Se del caso è mio padre ad aver bisogno dello psichiatra, ma stà cmq a lui decidere per se stesso. Io sono qui per un altro scopo".

Insomma, per finire, mia figlia si è alzata, ha salutato lo psich, dicendogli: mi spiace, dottore. Non intendo intraprendere nessuna terapia con lei, sono sicura che torverò una persona che mi prenda sul serio. La ringrazio, mi mandi la fattura (45 minuti = 250 euro...)
Capito?
Ora finalmente ha trovato un altro psichiatra/psicologo, specificamente per ragazzi (ha famiglia, 4 figli, ha 56 anni, piace a ISA, questo per me è l'UNICA cosa che conta, si sente a suo agio... cara piccola.. mi dice... "è anche un po' paterno, non mi dispiace".

La cosa che più non capisco in tutto ciò, è , che il medico chirurgo che farà il bypass gastrico esige una psicoterapia di testualmente "cinque-dieci sedute".
Ma che vor dì????
Che davvero dopo le 5-10 sedute Isa sarà in chiaro di cosa succederà, o è soltanto un modo per pararsi il culo loro, medici e chirurghi?

Va be. Non so cosa davvero ne cosa dire, ne tantomeno cosa pensare, Enrico.
Cioè, se tu mi dici che hai cominciato nel lontano 2004 il lavoro con la psicologa, mah, per la verità mi sembra pure molto molto lungo il tempo fino ad arrivare alla decisione di fare l'intervento, o no?
Ma magari mi sfugge qualcosa?
Io so' per certo che il lavoro con uno psicologo, siamo onesti, è prolungabile a josa, scusa, non voglio denigrare niente e il lavoro di nessuno, lungi da me, ma sappiamo tutti (chi è del mestiere lo sà davvero molto bene, credimi Enrì) che basta dire al proprio paziente..." hai ancora bisogno, c'è ancora tanto lavoro da fare... e con lo psicologo puoi andare avanti all'infinito. Non lo dico per cinismo, davvero, ma la situazione è quella.
Non per niente si dice in gergo "la psichiatria è una mucca da mungere"....a libera interpretazione...
Scusa, Enrico, mi sono dilungata tanto, ma sto tema davvero mi brucia e da parecchio.

Sai, un mio carissimo amico psicologo mi aveva detto: "voi non troverete mai nessuno che vi andrà bene, per la Isa. Ci sarà sempre qualcosa che avrete da criticare".

Ma certo, sono "nata critica", io, che ci devo fà? Ma scusa, non accettare pinko pallino, che oltre a doverlo pagare IO e lavorare come una negra per farlo, devo anche accettare che mia figli non si sente a proprio agio??? Siamo fuori di capotta, te lo dico io!
E sai perchè l'ha detto, il mio amico?
Perchè Isa si rifiutava andare da lui, e non perchè lo ritiene non bravo, ma perchè conosce tt la nst storia di famiglia.
Quindi il mio amico era rimasto un pochino offeso, perchè diceva che sarebbe stato in grado a fare una psicoterapia con mia figlia. Non l'ho mai messo in dubbio. Ma non ero IO decidere, bensì mia figlia.


NB.
Quel che voglio dire con il mio papiro:
Penso sia importante poter fare un lavoro con uno psicologo ( e non solo gli obesi, anche i normopesi, e anche tanti tanti, a mio avviso, ne avrebbero un terribile bisogno...)
Ma sono d'accordo con chi qui sopra sostiene, che il lavoro con lo psicologo deve avvenire in parallelo all'intervento (avrò detto giusto.. cioè, si capisce cosa intendo??)
 
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SheMoves...
view post Posted on 19/1/2010, 14:26     +1   -1




CITAZIONE
non volevo risolvere il mio disturbo alimentare solo fuori, volevo ucciderlo come si fa con un insetto...come lui ha fatto con me per anni,

La mia scelta della struttura ospedaliera in cui operarmi di by-pass, è stata basata anche sull'ottima nomea che ha l'equipe di psicologi che ti seguono con solo pochi colloqui all'inizio del tuo percorso....è vero, son pochi...ma puoi anche decidere di continuare privatamente con loro.
E siccome la penso esattamente come Yaya, affrontare anche il percorso psicologico...non ritengo sia risolutivo, ma spero (chiamiamola speranza) che mi aiuti a prendere il volo.

Perchè conosco la mia malattia. Conosco i miei limiti. E so come è facile per me ricadere e andare a fondo.

E' ovvio poi...che non è lo psicologo a darti la soluzione dei tuoi mali.
Ma almeno...ti da gli strumenti adatti per stanarli, guardarli in faccia, e farci i conti.

Tutto è utile, niente è indispensabile.
Io scelgo di darmi anche questa possibilità.
 
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emj06
view post Posted on 19/1/2010, 15:36     +1   -1




prima di sottopormi al bendaggio non ho seguito nessun incontro col psicologo, ma avevo seguito una lunga trafila a piancavallo.. test vari e incontri sia collettivi che singoli.. anche se non ci prendeva nulla, durante il percorso col psicologo avuto per l adozione, e sorto il discorso obesita... affrontato molto soft dal doct, anche con simpatia e allegria , ma riportato nelle note date al tribunale .. stava come i cavoli a merenda, cosi ha detto pure chi l ha letto, ma messo in evidenza... risultato: bho! continuo ad avere le mie idee e in piu ho adottato una bimba...per fortuna non sono tutti cosi gli psicologi.. basta avere fortuna ed incontrarne qualcuno "giusto"... ottima era l equipe che ho trovato a piancavallo..
 
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snoddi
view post Posted on 19/1/2010, 16:25     +1   -1




Un punto di arrivo è sempre il punto di partenza per il cammino successivo.
Perciò, ho vissuto l'intervento bariatrico come un traguardo intermedio, non come meta definitiva.
Sono stata seguita per qualche mese da una psicologa. Non favorevole alla risoluzione chirurgica dei miei problemi. Ne ho preso atto, ma -come scrissi quando mi presentai- sono una persona capace di analisi e di sintesi. Quindi, i mesi che mi separarono dall'intervento li utilizzai proprio allo scopo di capire me stessa, scoprire non tanto gli atteggiamenti sbagliati (quelli credo siano riconoscibili al volo), ma le occasioni in cui li mettevo in atto...
Ognuno percorre la sua strada, e io sono arrivata a darmi delle risposte molto chiare e oneste. E, naturalmente, dolorose.

Serve uno psicologo (o uno psichiatra)? Come sempre, non c'è regola univoca. Certo, bisogna incontrare comunque il professionista giusto, quello che ti faccia arrivare a capire di possedere gli strumenti per fare da solo, per avere chiavi interpretative distaccate dalle emozioni, per diventare osservatori di sé stessi senza perdere però il contatto con la propia essenza.
Un professionista competente non è certamente colui che ti fa fare molte sedute se tu non ne hai bisogno. Ma in quelle poche ti fa intuire quale strada è la tua.
La mia esperienza da bypassata è troppo recente perché io possa fornire qualcosa di più che sensazioni... e la mia è che non si affronta un percorso lungo una vita con leggerezza. I motivi sono molti, non ultimi quelli legati a comportamenti compulsivi che potrebbero riaffiorare sgraditi anche dopo l'intervento...
s
 
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vincet76
view post Posted on 19/1/2010, 16:43     +1   -1




io devo dire la mia gli incontri di gruppo si sono utili ma solo se ti confronti con chi ha fatto il tuo intervento, cmq dopo svariate volte non sono piu andato non serviva a nulla
 
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view post Posted on 19/1/2010, 17:37     +1   -1
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Allora,prima di tutto grazie per il gran materiale che è stato prodotto in questa discussione e speri si amplii molto, ora dei chiarimenti:

1: Franci io ho iniziato un percorso psicologico nel 2004 non perché volessi operarmi o solo per il sovrappeso, bensì anche per altri motivi, quando col tempo come una cipolla iniziamo a spogliarci, prima di tutto delle nostre difese naturali alla psicoterapia, arriviamo a capire che lo/la professionista non è un cretino e se mentiamo lo capisce, per questa prima fase possono passare anche 6 mesi un anno in cui ci illudiamo di portare avanti il gioco a modo nostro, solo dopo ci rendiamo conto che i freni si allentano e ci liberiamo, non si può andare in psicoterapia solo perché si è grassi e solo per dimagrire, la psicoterapia abbraccia tutto di noi e deve scardinare i motivi alla base del nostro malessere, io sono arrivato alla decisione di operarmi grazie al percorso psicologico che mi ha fato capire di esser malato. Isa come ha detto il tuo amico non potrà mai stare bene completamente con un terapista perché è suo dovere far rivivere al paziente i motivi del suo malessere e questo provoca dolore, io sono stato malissimo e ancora mi capita, non è possibile fare una terapia senza soffrire, ma poi si sta bene e ci si libera. La strada è lunga, io non credo nelle terapie brevi di tot sedute e sei "guarito" tanto vale andare a dei seminari sull'autocoscienza o sulla sicurezza che troviamo dentro di noi, che fanno nei palasport. Io non credo che i due anni in media di lista d'attesa sarebbero sfruttati male se si iniziasse una terapia e la si portasse avanti.

2: Silvia, non tutti hanno la corazza o le conoscenze per affrontare serenamente il post operatorio, altrimenti non ci sarebbero i delusi, gli arrabbiati, e i pentiti, a volte la scelta di un intervento invece di un altro, l'accettare interventi dal meno invasivo in poi o il dire poi si vedrà, nascono da una cattiva conoscenza di se stessi e delle proprie reazioni. Solo una profonda analisi fatta da uno specialista può chiarire la faccenda

3: Vincent, la terapia di gruppo non la vedo molto funzionale al caso,io mi orienterei su una singola.

4: Deda, Luna, Yaya,Emj, Snoddi, She... Sono d'accordo con voi quasi completamente.


 
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emj06
view post Posted on 20/1/2010, 12:47     +1   -1




per favore, mi farebbe piacere ampliare il tuo..4: ...,Emj, Snoddi, She... Sono d'accordo con voi quasi completamente....
mi spieghi cosa intendi? parliamone :oclgif:
 
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17 replies since 18/1/2010, 20:20   338 views
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