Dott.ssa Rastelli Katia |
|
| Rispondo a 17 novembre Ho lavorato tanti anni come educatrice seguendo anche ragazzini con autismo e capisco bene quello che ci sta dicendo, in maniera così emotiva e sincera...è assolutamente comprensibile. Qui non si tratta di essere un anello forte o debole singolarmente (perché in questa situazione, presi singolarmente, siamo tutti deboli), ma di fare il più possibile lavoro di squadra. Quando è così “carica”, di cosa avrebbe bisogno? Intanto potrebbe ritagliarsi piccoli spazi di decompressione, seduta su una poltrona da sola, a respirare (tecnica del quadrato: inspiro contando fino a 2, trattengo 2, espiro 2, aspetto 2 e ricomincio). Questo è il suo spazio vitale, solo suo. Più spazi di questo tipo si prende, meno avrà da scaricare sul cibo. E soprattutto: se mi prendo cura di me non tolgo necessariamente agli altri, se mi occupo di me ricarico semplicemente un minimo le batterie. La scuola purtroppo al momento fa meno del solito, le energie in casa vanno allora ridistribuite in maniera diversa e bisogna parlarne apertamente. Se mi dovesse capitare tra le mani del materiale utile (tutta la comunità Psi in questo momento sta facendo rete) glielo faccio avere Forza!
|
| |