Obesità & Dintorni Forum

Obesità infantile: epidemia mondiale, I miei appunti corso aggiornamento: "Obesità in età evolutiva"

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icon1  view post Posted on 1/5/2014, 22:35     +1   +1   -1
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La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente. Gandhi

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Ciao a tutto il forum. Quasi tutti noi siamo stati, chi più chi meno, dei bambini ciccioselli. Alcuni di noi hanno figli "in carne", oppure abbiamo paura che da adolescenti possano seguire le nostre pesanti orme. Ho pensato che questo corso d'aggiornamento, che sto facendo on line, possa interessare. Pubblico in questo post i miei appunti, è il primo capitolo, aggiornerò strada facendo con gli altri capitoli (devo ancora studiarmeli).
Ciao a tutti e buona lettura. Scusatemi in anticipo per gli errori (l'italiano non è una lingua facile).

APPUNTI CORSO
"TERAPIE EDUCATIVE DELL'OBESITA' E DEL SOVRAPPESO IN ETA' EVOLUTIVA"
Appunti tratti dalle slides del corso e dal materiale di lettura del corso.

Capitolo primo
Materiale di lettura:
Sintesi dei risultati OKkio alla Salute 2012
Rapporti ISTISAT 2010. Istituto Superiore della Sanità
Maternal Environment and the transgenerational Cycle of Obesity and Diabetes, pubblicato in "Diabetes", "Prospectives in Diabetes", luglio 2011
L'obesità in adolescenza. Fattori psicologici e dinamiche familiari, Elena Trombini, "Rpm, Recenti progressi in medicina", volume 98, N.2, febbraio 2007
L'obesità: quali ripercussioni a distanza?, F. De Luca e G. Salzano, Rivista Italiana di Medicina dell'Adolescenza, volume 3, 2005
"Early adiposity rebound": indicatore precoce di rischio per losviluppo di obesità e di complicanze metaboliche. Maurizio Iaia, quaderni "il punto su", 2009.


OBESITA' : QUADRO EPIDEMIOLOGICO

Introduzione

La lunga scalata per il riconoscimento dell'obesità come patologia cronica multifattoriale.

1948: la prima volta che l'obesità viene classificata (WHO:World Health Organization), ma non la riconosce come patologia e come risolvibile con semplice restrizione calorica.
1980: riconoscimento della dieta mediterranea come protettiva delle malattie cardiovascolari, ma non riconoscimento dell'obesità come fattore di rischio.
1993: WHO adotta la prima classificazione dei 3 gradi di obesità e la trasmette a tutti i governi nel 1998: dopo la costituzione dell'International Obesity Task Force (IOTF). Problema che viene considerato solo nei paesi ricchi.
2000: WHO nel suo report Obesity dimostra che in ogni regione del mondo l'obesità è sempre tra i primi 10 fattori di rischio, anche nei paesi in via di sviluppo.

OBESITA': UN PROBLEMA SERIO MA RICONOSCIUTO SOLO RECENTEMENTE

Il WHO ha investigato su scala mondiale e globale, ha considerato fattori di rischio, mortalità prematura e disabilità. Da questa analisi ha scoperto che il rischio non coinvoilge solo i cosidetti paesi ricchi, ma anche i paesi in via di sviluppo, a basso o medio reddito.
Il ritardato riconoscimento dell'obesità come problema clinico causa una bassa percezione da parte dei pazienti obesi o dei loro familiari del problema stesso, una scarsa formazione medica e ridotto intervento clinico ed educativo.
OGGI, sempre secondo il WHO la situazione attuale è di EPIDEMIA GLOBALE in rapida espansione. La prevalenza di eccesso ponderale (sovrappeso e obesità) è raddoppiata dal 1980 al 2008.
Situazione 2008: 1,4 miliardi di adulti con eccesso ponderale, obesi 200 milioni di uomini e 300 milioni di donne. Il 35% sovrappeso e l'11% obeso.
Situazione 2011: più di 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni è in eccesso ponderale.


UNITA PRIMA

Parte prima

ECCESSO PONDERALE IN ETA' EVOLUTIVA

L'obesità ponderale dei bambini è oggi uno dei maggiori problemi della salute pubblica, i bambini in sovrappeso o obesi sviluppano patologie croniche già in età infantile, con un grosso impatto psicologico e sociale.
Un bimbo con eccesso ponderale sarà comunque un adulto obeso e sarà predisposto a diabete e malattie cardiovascolari. La precocità delle patologie lo porteranno a una probabilità elevata di morte prematura e disabilità.
Nel 2010 nel mondo i bambini con meno di 5 anni e con eccesso ponderale erano 42 milioni. Il 75% di questi bambini vive in paesi in via di sviluppo ed in particolare in Africa, mentre nei paesi sviluppati dopo un innalzamento delle percentuali negli anni '70 la curva si è stabilizzata, rimanendo comunque elevata, con tutto il suo carico di patologie associate; la tendenza all'aumento rimane nelle fasce sociali più disagiate e in determinati gruppi etnici.
La tendenza all'incremento dell'obesità infantile è drammatica e si discute se si debba diagnosticare l'obesità in una fascia d'età così giovane.
In Italia si è dato il via a "OKkio alla SALUTE, un programma che, focalizzando l'interesse sull'infanzia, monitorizza il sovrappeso e l'obesità legati a uno scorretto stile di vita, su come quest'ultimi favoriscano l'insorgenza di patologie croniche e degenerative. L'iniziativa parte nel 2007, promossa e finanziata dal Ministero della Salute.
OKkio alla Salute raccoglie i dati di bambini in età scolare, la terza classe delle primarie (8/9 anni), in tutte le regioni italiani. Coinvolge bambini, insegnanti e genitori. Intervistano nelle scuole con una periodicità biennale, con strumenti e procedure standardizzate. Si misurano altezze e peso e si raccolgono con questionari delle informazioni circa le abitudini alimentari , abitudini all'esercizio fisico, le attività scolastiche e familiari.
Ad oggi si sono fatte 3 raccolte dati, coinvolgendo 40.000 bambini e genitori, 2000 scuole.
La terza indagine è stata fatta nel 2012 e i dati confermano i preoccupanti livelli di eccesso ponderale. Il 22,2% dei bambini sono in sovrappeso, il 10,6% è obeso con percentuali più elevate al centro e al sud. È una combinazione di eccessivo apporto calorico e ridotta attività fisica.
La tendenza nel mondo e in Italia è di un rallentamento dell'epidemia obesità in età scolare, ma è solo un minino rallentamento. La percezione del fenomeno da parte delle madri Sempre l'indagine Okkio alla Salute ha evidenziato che i genitori italiani non sempre hanno un quadro corretto dello stato ponderale del proprio figlio: tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 37% non ritiene che il proprio figlio sia in eccesso ponderale e solo il 29% pensa che la quantità di cibo da lui assunta sia eccessiva. Inoltre, solo il 40% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga un’attività motoria insufficiente. Il ruolo chiave della scuola Grazie alla partecipazione attiva dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, sono stati raccolti dati in 2.355 plessi di scuole primarie italiane, relativamente alla struttura degli impianti, ai programmi didattici, alle iniziative di promozione della sana nutrizione e dell’attività fisica degli alunni. È emerso che il 73% delle scuole possiede una mensa; il 50% prevede la distribuzione per la merenda di metà mattina di alimenti salutari (frutta, yogurt ecc.); il 34% delle classi svolge meno di due ore di attività motoria a settimana. Inoltre, solo 1 scuola su 3 ha coinvolto i genitori in iniziative favorenti una sana alimentazione e 1 su 4 in quelle riguardanti l’attività motoria

Parte seconda

I PRINCIPALI MECCANISMI EZIOPATOGENETICI

Si definiscono due forme di obesità:
primaria o essenziale
secondaria

L'obesità primaria o essenziale ha come causa principale una combinazione di eccessivo apporto calorico e ridotta attività fisica. E' una patologia multifattoriale dove un grande ruolo viene giocato da FATTORI GENETICI E FATTORI AMBIENTALI COMBINATI FRA LORO.
Questa combinazione (fattori genetici+ambientali+eccessiva alimentazione+ridotta attività fisica) porta i cosidetti "bambini programmati" al rischio obesità. I bambini programmati hanno nei geni il fenotipo "obesità".
L'obesità secondaria ha un'incidenza del 3-5% ed è determinata da causa nota, genetica, forme ormonali e dovute all'assuzione di alcuni farmaci, fra cui antidepressivi, antiepilettici, cortisonici, antistaminici, ipoglicemizzanti......

Quando i bambini obesi cercano di perdere peso, i processi di adattamento e coordinamento reagiscono stimolando l'appettito e riducendo la spesa energetica per mantenere il peso elevato.
La predisposizione genetica gioca un ruolo importante e contribuisce dal 40% al 70% delle variazioni.

Studi su gemelli adottati hanno dimostrato che i fattori genetici sono più importanti di quelli ambientali. Se l'obesità è data da fattori ambientali l'effetto scompare dopo i 13 anni: i genitori sembrano influenzare l'evoluzione del BMI solo nella prima decade della vita, quando l'adolescente è meno dipendente dalla famiglia si assiste a un calo ponderale.

FATTORI GENETICI

Oltre 430 geni, marcatori e regioni cromosomiche sono risultati associati al fenotipo obeso, pare che l'obesità sia una condizione poligenica dove l'elevato alleli predisponenti aumentano il rischio individuale su entrambi i fattori del bilancio energetico: APPORTO ENERGETICO vs SPESA ENERGETICA.
Nel bambino il gene FTO, che è associato alla massa grassa e all'obesità, è risultato il maggiore responsabile all'aumento di peso a partire dalla seconda settimana di vita. Sono bambini con maggiore fame compulsiva e preferenza per i cibi ad alta densità energetica.

PROGRAMMING INTRAUTERINO-NEONATALE

Ci sono fattori costitutivi, determinanti precoci dell'obesità, non inscrivibili nel patrimonio genetico e che non sono geneticamente trasmittibili alle generazioni future: essi inducono a cambiamenti genetici, ma non alterano la sequenza genetica. Determinano il futuro di obeso dell'individuo, ma non lo trasmette come eredità ai propri figli.
Tali modificazioni del DNA possono svolgere azione di programming durante la vita intrauterina e nelle prime fasi del periodo neonatale.
Tali modificazioni sono indotte da:
malnutrizione per eccesso e per difetto
diabete gestazionale
fumo di sigaretta

MALNUTRIZIONE
Per eccesso: l'obesità materna o l'eccessivo aumento di peso in gravidanza determina un'infiammazione cronica e uno stress ossidativo che alterano le funzioni placentari con conseguente modificazione del metabolismo fetale;
Per difetto: la restrizione calorica nei primi due trimestri è fortemente legato al basso peso alla nascita e successivo elevato rischio di sovrappeso e obesità. Uno studio storico condotto su bambini esposti durante la seconda guerrra mondiale a restrizioni alimentari severe durante la vita intrauterina, esso ha evidenziato un aumento del rischio del 94% di sviluppare l'obesità da adulti.
DIABETE GESTIONALE
L'iperinsulinemia aumenta il numero e la dimensione degli adipociti, determinando un maggiore peso alla nascita fino al 10 mese di vita. I bambini nati da madre con diabete gestionale ha un indice di massa corporeo medio più elevato in tutti i periodi dell'età evolutiva.
FUMO DI SIGARETTA
Gli studi epidemiologici confermano l'associazione fra fumo materno e rischio di obesità o sovrappeso dei bambini, anche se il meccanismo deve essere ancora in parte scoperto.

Elevato peso alla nascita, superiore ai 4 chili, è assocciato con il rischio di rapido incremento ponderale:
avviene mediamente intorno ai 6 anni
in alcuni bambini può avvenire precocemente o più tardivamente
i bambini in cui avviene precocemente hanno un maggior rischio di sviluppare l'obesità e le complicamze metaboliche ad essa assocciate.

DISTURBI DEL SONNO
Un basso numero di ore di sonno è assocciato al rischio obesità: il meccanismo biologico di questa relazione sembra essere l'alterazione nella secrezione di ormoni correlati con la crescita e l'omeostasi energetica: leptina, grelina, cortisolo e ormone della crescita.
La durata del sonno influenza il metabolismo dei carboidrati e sembra ridurre l'attività fisica giornaliera.

FATTORI MICROAMBIENTALI E ABITUDINI ALIMENTARI

Lo sviluppo delle abitudini ambientali dipende dall'interazione tra

FATTORI BIOLOGICI+FATTORI AMBIENTALI

I fattori biologici dipendono da fattori ambientali e fattori genetici. Non sono determinanti le differenze culturali, i bambini di tutto il mondo preferiscono cibi dolci ad alto contenuto di grassi, piuttosto che cibi amari o acidi. Questa preferenza alimentare suggerisce che esiste una innata predisposizione verso alcuini sapori come meccanismo adattivo.
I fattori ambientali sono dati dall'imprinting della famiglia, il contesto sociale e la disponibilità del cibo.


Parte terza

I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO PER LA SALUTE

Conseguenze dell'obesità
L'obesità dei bambini dev'essere combattuta per evitare di farne adulti obesi. L'obesità dei bambini porta una serie di sofferenze e di problemi per la salute già durante l'infanzia.
Genitori, medici curanti, responsabili delle politiche sociali devono porre come obiettivo primario e immediato la prevenzione, diagnosi e trattamento dell'obesità infantile.
Occorre essere consci, prendere atto e diagnosticare nel bimbo obeso savrappeso delle comorbilità, cioè più patologie coesistenti.

L’obesità: quali ripercussioni a distanza?
Diversi studi hanno mostrato un raddoppiamento della prevalenza di sovrappeso ed obesità nei bambini ed adolescenti italiani nel corso dell’ultimo ventennio, con una maggiore percentuale di obesi tra i maschi ed un esordio sempre più precoce. Nel 95% dei casi l’obesità infantile è essenziale, legata principalmente ad un errato stile di vita (alle abitudini alimentari incongrue, alla sedentarietà). La rimanente percentuale è dovuta a cause genetiche, ad endocrinopatie o a
terapie farmacologiche prolungate. È stimato che il 40-60% dei bambini obesi mantiene l’eccesso ponderale nell’età adulta.
Quindi risulta di fondamentale importanza prevenire e/o correggere il sovrappeso sin dall’età pediatrica. Se la persona tende ad essere obesa fin dall’età infantile, infatti, può presentare una serie di conseguenze precoci che sono di tipo respiratorio, osteo-articolare, o a carico dell’apparato digerente e di carattere psicologico. Nell’ambito delle complicanze a medio e lungo termine riveste un ruolo centrale la sindrome metabolica, caratterizzata da iperinsulinismo, diabete tipo 2, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperuricemia, ipertensione arteriosa, rischio aumentato per malattie cardiovascolari, iperandrogenismo e quindi da policistosi ovarica. Sulla base delle conoscenze attuali, considerata l’elevata frequenza e la gravità delle complicanze a breve ed a medio-lungo termine connesse alla condizione di obesità e dato il progressivo aumento della sua
prevalenza in tutto il mondo, si può concludere che l’obesità rappresenti una nuova malattia sociale che potrà causare, in assenza di un’azione immediata, problemi sanitari molto gravi per milioni di persone nei prossimi anni.



Comorbilità in età pediatrica dell'obesità

complicanze dell'apparato cardiovascolare
complicanze metaboliche
complicanze respiratorie
complicanze gastrointestinali
complicanze ortopediche
alterazioni della pubertà
iperandrogenismo e sindrome dell'ovaio policistico
deficit nutrizionali


IPERTENSIONE – i bambini sovrappeso e obesi hanno valori pressori maggiori dei coetanei normopeso, poichè i valori pressori sono correlati all'IBM, spessore delle pliche e quantità di grasso viscerale. Sono tre i meccanismi deputati:
-attivazione del sistema simpatico
-insulinoresistenza
-disfunzione vascolare
i quali meccaninismi aumentano la pressione, aumentando la gittata cardiaca e/o la resistenza vascolare.
Fra tutti i bambini 1 su 25 è iperteso, fra loro il 50% è obeso e in età scolare il rischio di ipertensione aumenta, ancora di più nell'adolescenza.
Con l'obesità aumenta lo spessore delle carotidi e le placche fibrose alle coronarie, inoltre aumenta nel cuore dei bambini obesi la massa dei ventricoli. Dati autoptici per decessi accidentali in età pediatrica, indagine svolta su bambini in età scolare, mostrano che le lesioni ateromatose sono correlate con il grado di obesità in età scolare e nell'adolescenza.
DISLIPEDIMIA – spesso in questi bambini sono alti i trigliceridi e ridotto il colesterolo HDL, meno frequente l'aumento del colesterolo LDL.

INSULINORESISTENZA – l'obesità infantile si associa a insulinoresistenza e iperinsulinemia come, compensazione. Durante l'adolescenza si può assistere allo scompenso e allo sfocio verso il Diabete di tipo 2.
DIABETE DI TIPO 2 – inizialmente riscontrato solo in determinate etnie, oggi è in aumento in tutti i gruppi etnici con un aumento fra i caucasici. Sempre di indagare, sia l'intolleranza al glucosio che il diabete tipo 2, nel bambino obeso.
In Italia si ha una netta prevalenza di adolescenti obesi con intolleranza al glucosio, rispetto al diabete tipo 2, mentre negli USA si hanno delle cifre molto alte, gli adolescenti obesi diabetici variano fra l'8e il 45% di tutte le diagnosi per diabete tipo 2.
In Italia il Gruppo di Studio Diabetologia SIEDP mette a disposizione i risultati di studi, in cui la casistica rivela che nella diagnosi di diabete di tipo 2 è quasi universalmente presente "l'obesità", con c-peptide elevato e autoanticorpi negativi. In questi bambini c'è una elevata frequenza di ipertensione, dislipidemia, steatosi epatica. Mentre un numero limitato di bambini ha già la presenza di micro-albuminuria, sintomo di complicanza renale.

APNEE NOTTURNE o OSAS – complicanza respiratoria caratterizzata da episodi ricorrenti di completa oincompleta ostruzione delle vie aeree che si associa ad ipossiemia intermittente, frammentazione del sonno e sonnolenza diurna.
Avviene nel 2% della popolazione pediatrica generale, ma l'obesità aumenta l'incidenza di 4,5 volte.
Questa patologia provoca, sia nei bambini che negli adulti, aumento pressorio, attivazione simpatica e endoteliale che nell'adulto regrediscono con la CPAP.
Se non curata l'OSAS porta a ipertensione polmonare e cuore polmonare.
ASMA – In recenti studi si è verificato che asma e obesità stanno aumentando in parallelo. L'obesità infantile s'associa a intensità e persistenza dell'asma infantile. Sempre questi studi mostrano che i bambini con accentuato incremento ponderale sono a rischio asma nei primi 6 anni di vita. I meccanismi non sono chiari, l'asma si associa a un aumentato stato infiammatorio sistemico che può essere esacerbato dall'obesità stessa.

REFLUSSO GASTROESOFAGEO – colpisce il 13% dei bimbi obesi
COLELITIASI – I calcoli alla colicisti e alle vie biliari sono frequenti negli adolescenti obesi, in particolare nelle femmine.
STEATOSI EPATICA NON ALCOOLICA o NAFLD – sonpo microvescicole di grasso negli epatociti (fegato). Può progredire fino a steatoepatite non alcoolica (NASH), poi fibrosi epatica e cirrosi epatica. E' la causa più frequente di epatopatia cronica in bambini e adolescenti nel mondo occidentale, la sua prevalenza aumenta parallelamente all'obesità.
Diagnosi definitiva con biopsia epatica, ma viene fatta in numero limitato. La diagnosi viene posta valutando indirettamente, con esame ematico di enzimi specifici ed ecografia.
Colpisce il 3/10% della popolazione pediatrica generale, aumenta con l'età e colpisce 2:1 le femmine; il 38% sono bambini obesi.
Cosa provoca la NAFLD? Fattori genetici e ambientali, insulinoresistenza, obesità.

COMPLICANZE ORTOPEDICHE – Sono uguali a quelle dell'adulto obeso, tuttavia alcune sono specifiche del bambino e messe in relazione con l'obesità infantile:
alluce valgo
piede piatto
malattia di Blout (tibia vara o osteocondrosi deformante della tibia)
coxa vara degli adolescenti
Queste complicanze portano a limitare l'attività fisica, s'innesta un circolo vizioso.

ALTERAZIONI DELLA PUBERTA' – Nelle femmine l'obesità è assocciata a telarca e menarca precoci, mentre nei maschi è in ritardo il gonadarca.
Tali effetti sulla pubertà potrebbero essere dovuti a aumento degli effetti estrogenici-
Iperandrogenismo: nelle bambine obese è maggiormente nella fase prepuberale e puberale precoce, può essere provocato dall'iperinsulemia. Può manifestarsi con irsutismo, acne e alopecia, cisti ovariche.
Sindrome dell'ovaio policistico: si associa con anovulazione e amenorrea.

DEFICIT NUTRIZIONALI – l'obesità infantile si associa a deficit di Vitamina D, che viene sequestrata nel tessuto adiposo, sideropenia poichè il ferro viene assobito in modo ridotto dall'intestino a causa dello stao infiammatorio connesso all'obesità.

Parte quarta
CONSEGUENZE CLINICHE E PSICOLOGICHE A LUNGO TERMINE
DELL'OBESITA'

Circolo vizioso
Il programming intrauterino, l'obesità in età evolutiva, le complicanze nutrizionali-metaboliche dell'età adulta: tappe di un circolo vizioso. E' alla base del continuo aumento nel mondo dell'obesità e delle sue complicanze cardio-metaboliche.

CONSEGUENZE CLINICHE A LUNGO TERMINE:
L'obesità infantile è un fattore di rischio per l'obesità in età adulta
Solo il 31% dei bambini obesi fra i 7-10 anni non sarà un adulto obeso
Solo il 17% dei bamini obesi fra gli 11-15 anni non sarà un adulto obeso
Numerosi studi confermano la forte associazione fra sovrappeso, obesità infantile e aumento di rischio di complicanze cardiometaboliche
L'incidenza del diabete di tipo 2 in età adulta è significativamente più elevata in coloro che hanno avuto un EAR (Early Adiposity Rebound) in età inferiore ai 5 anni quindi sovrappeso e obesità in età adolescenziale

DIABETE TIPO 2: UN RISCHIO REVERSIBILE
Una recente analisi ha dimostrato che se l'eccesso ponderale del bambino viene controllato e raggiunge l'età adulta normopeso, il rischio di sviluppare il diabete e malattie cardiovascolare viene ridotto.
Un adulto obeso (con pregressa obesità pediatrica) ha un rischio 4 volte superiore di diabete tipo 2, rispetto a un adulto normopeso (con pregressa obesità pediatrica). Analogamente, per la stessa categoria di persone, il rischio ipertensione e dislepidemia è superiore del 2-3 volte.

SINDROME METABOLICA

E' una vera e propria patologia che include fattori di rischio cardiovascolare: ipertensione, alterato metabolismo del glucosio, dislipidemia,obesità addominale.
Nell'adulto espone a rischio elevato di patologie cardiovascolari, diabete e steatosi epatica.
In età evolutiva è una condizione complessa spesso legata a differenze razziali, puberali e per mancanza di eventi cardiovascolari.
Per una più efficace prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente è molto utile identificare markers precoci di rischio prima che l’eccesso di peso raggiunga livelli elevati. L’età precoce dell’AR registrata nella maggior parte dei
soggetti obesi suggerisce che i determinanti dell’obesità hanno operato nei primissimi anni di vita. Ciò può essere la conseguenza di un modello di alimentazione infantile, comune dopo lo svezzamento nei Paesi industrializzati, con un elevato consumo di proteine e un basso consumo di grassi, seguito dopo i primi 2 anni di vita da un’alimentazione ricca in grassi. Il pattern descritto dell’EAR è anche significativamente associato con obesità addominale e con il rischio di ridotta tolleranza ai carboidrati, diabete tipo 2 e malattia cardiovascolare aterosclerotica. Il pediatra di famiglia ha un importante ruolo nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria.

Nel 2007 la International Diabetes Fedration (IDF) ha proposto una classificazione clinica della SM (Sindrome Metabolica) in età pediatrica che tiene conto delle differenze correlate allo sviluppo.
1. Fascia d'età 6-10 anni:
circonferenza vita uguale o > 90° percentile
storia familiare di SM, diabete mellito tipo 2, dislipidemia, malattie cardiovascolari, ipertensione,obesità
2. Fascia di età 10-16 anni
circonferenza vita uguale o > 90° percentile
trigliceridi uguali o > 1,7 mmol/L, colesterolo HDL uguale o < 1,3 mmol/L
pressione arteriosa uguale o >130/85 mmHg
glucosio uguale o > 5,6 mmol/L
3. Fascia di età >16 anni
stessi criteri degli adulti

SINDROME METABOLICA: PREVALENZA E RISCHIO
Negli USA la SM fra bambini e adolescenti (12-19 anni) è del 4,2%. Dati raccolti in Italia meridionale fanno emergere una prevalenza nei bimbi obesi (età media 10 anni), del 40%.
Quando il BMI ha livelli elevati, c'è una correlazione diretta fra eccesso ponderale e prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare. Il rischio di SM aumenta progressivamente per ogni aumento di o,5 unità di BMI.
Elevati livelli in età adolescenziale di pressione arteriosa, colesterolo e LDL sono precursori di malattia cardiovascolare in età adulta.
Nei bambini obesi è presente una rigidità carotidea. Uno studio recente condotto a Napoli su 100 bambini obesi (età 6-14 anni) ha evidenziato un ispessimento dell'intima carotidea dei bambini obesi rispetto a quelli non obesi: questi dati evidenziano che l'obesità infantile predispone a ispessimento carotideo e sviluppo precoce di placche fibrose delle coronarie e dell'aorta.

COMORBILITA' PSICOLOGICA

Obesità e dinamiche familiari
È stato evidenziato come le dinamiche familiari del soggetto obeso possano favorire sia la comparsa
che il mantenimento di tale patologia.
Le osservazioni cliniche e gli studi hanno in proposito messo in luce come vi sia, nel contesto, una marcata incoerenza da parte dei genitori nell’uso del cibo e come le relazioni siano improntata "all’uso del figlio”, da parte di uno o entrambi i genitori, in funzione della soddisfazione dei propri bisogni come compenso ai fallimenti e alle frustrazioni della vita. Gli obesi crescono in un ambiente ipercontrollato e restrittivo in cui il cibo diviene il mezzo per esprimere l’affetto e per placare ansia e sensi di colpa.
Sarebbe inoltre frequentemente riscontrabile nei genitori una tendenza a fornire risposte ambigue e inappropriate alle richieste infantili e a impedire, all’interno della famiglia, una naturale espressione di aggressività tramite qualsivoglia attività psicomotoria diversa dall’alimentazione.
Gli autori mettono in luce come l’ambiente familiare mantenga il soggetto obeso in un contesto di
isolamento dagli stimoli sociali e in rapporto esclusivo e idealizzato con una madre iperprotettiva e limitante le esperienze di autonomia e indipendenza.
Il figlio deve imparare a corrispondere ben presto ai desideri e alle aspettative materne, piuttosto che sviluppare una propria iniziativa, con conseguenti difficoltà a livello dell’interazione sociale, dell’acquisizione dell’autostima e del senso di identità.
In tale contesto, il comportamento iperfagico del figlio obeso nascerebbe dalla tensione generata nei
confronti dei contatti sociali, o – più spesso – da un senso di vuoto interno, di noia, dalla sensazione di non avere controllo sulla propria vita.

L’obesità in adolescenza
L’epoca adolescenziale costituisce un momento evolutivo di profondi cambiamenti sia fisici che psichici, che chiama in causa il senso di autonomia e di padronanza di sé per raggiungere una adeguata indipendenza emotiva dalle figure genitoriali. È una crisi “fisiologica” per uno sviluppo adeguato dell’individuo, che potrà in tal modo organizzarsi verso nuovi oggetti d’amore (gli oggetti d’amore primari sono stati i genitori) e verso una nuova identità.
Durante l’adolescenza vengono messe in crisi una serie di certezze proprie dell’età di latenza: la
certezza sulla competenza e il potere degli adulti, sulla univocità della realtà esterna, sulla semplificazione della realtà psichica interiore, la certezza sull’esistenza dello schema di riferimento esterno come guida stabile e sicura. La difficoltà a tollerare questa situazione interna di incertezza determina ansia e conflitti che, per intensità, richiedono l’adozione di difese psichiche particolari. I conflitti nascono per lo stesso fatto che il pensiero diventa critico: l’adolescente si accorge che il mondo adulto non è quel modello di perfezione che aveva supposto durante gli anni dell’infanzia; è una crisi di identità sociale poiché egli scopre i limiti e le contraddizioni di quel mondo che gli forniva un’identità.


Non è stato identificato un profilo psicologica specifico del bambino obeso, ma ci sono una pluralità di dinamiche difficilmente inquadrabili come comportamentali, alimentari, psicologiche e sociali.
Rispetto al comportamento alimentare: iperfagia globale o selettiva, ipernutrizione limitata ai pasti principalio o spiluccamento, sia in bambini con isolamento e pchi interessi sociali che in bambini con vit adi relazione adeguata.
Le capacità intellettive dei bambini obesi non sono pienamente sfruttate: o per tendenza a rimanere passivi di fronte allo stimolo, o per un forte desiderio di riuscita con intolleranza al fallimento con conseguente blocco e inibizione.

DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA' (ADHD)
Numerosi studi hanno evidenziato una forte relazione tra l'obesità e l'ADHD, la diagnosi è 2 volte più frequente in bambini obsei rispetto ai normopeso. Si ipotizza una disregolazione delle abitudini alimentari come ulteriore componente del disturbo evolutivo dell'autocontrollo.

DISTURBI DELL'UMORE
Storicamente l'obesità è stata considrata una condizione clinica discriminante a livello sociale e interindividuale. Le conseguenze sono la comparsa di stati depressivi maggiori.
Recenti studi hanno evidenziato che il rischio di sviluppare nell'età adulta una forma di depressione maggiore è molto basso e solo nei maschi.
Negli adolescenti tale rischio è associato al "grado di percezione di sovrappeso/obesità": adolescenti che pur essedo normopeso si percepiscono "sovrappeso/obesi".

ANSIA
La prevalenza del disturbo d'ansia è maggiore nei bambini/adolescenti obesi rispetto ai coetanei normopeso. Che l'ansia sia causa o effetto dell'obesità non è ancora chiarito. Spesso sono associati a bassa autostima e insoddisfazione corporea.

DERISIONE E BULLISMO
I bambini obesi sono spesso oggetto di derisione e bullismo, essi hanno il 63% di probabilità in più di essere vittime di bullismo rispetto ai coetanei normopeso. L'obesità sembra essere un fattore fondamentale nel far nascere episodi di bullismo, senza differenze sociali.
Bambini e adolescenti obesi hanno una minore "qualità della vita" rispetto ai coetanei normopeso e percepiscono anche una più bassa "qualità della vita legato al benessere fisico" che può essere equiparata a quella di bambini con gravi patologie internistiche.
 
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Grazie Claudia ho letto tutto con molta attenzione, speriamo che i miei bimbi non abbiano i geni dell'obesità. Ottimo lavoro, come sempre
 
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view post Posted on 3/5/2014, 11:01     +1   -1
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La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente. Gandhi

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Io sicuramente ce li ho, ma se leggi bene si può tenere tutto sotto controllo, l'importante è prendere atto del problema e non tenere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Se una madre vede il proprio figlio "cicciotto", svogliato e pigrone, corre ai ripari: con costanza e fermezza stop alle schifezze e movimento. La natura e i geni si possono arginare e farli andare per il verso giusto. Questa la teoria, la pratica.......forza e coraggio.
Il mio problema e quello di molti di noi è che siamo nati dopo la guerra, quando "grasso è bello e sano" e il motto della mia famiglia era "speriamo che Dio la conservi così. Questo è il motivo percui adesso l'obesità è un problema dei paesi a basso reddito e del nostro sud.
I miei figli: la figlia magra e alta, il figlio tracagnotto e io continuo a "cazziarlo" e a minacciarlo: diventerai come me e il nonno! (Mio padre era 110 chili! Ed è morto per il troppo peso, gli voglio un gran bene e mi manca). Le mie nipotine sono normopeso.
I tuoi bimbi Elena?
 
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view post Posted on 5/5/2014, 15:01     +1   +1   -1
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Al momento son normopeso è una fatica fargli mangiare quel che cucino, all'asilo mangia tutto a casa niente , solo schifezze, ma tornati dalla Sardegna l'anno scorso per me avevano un kiletto in piu' cosi' via succhi , brioschine e schifezze varie, tutto limitato e son rientrati nella norma, fra poco ho il controllo peso di Veronica ma credo andra' bene.Con Gio si va a novembre ma anche li son tranquilla anche se purtroppo non riesco a farli mangiare meglio,ma ci lavorerò.
 
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