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La dieta dissociata non fa dimagrire piu' velocemente

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view post Posted on 4/2/2006, 02:30     +1   -1
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La dieta dissociata
, binomio cult per chi tenta di buttare giù grassi e masse adipose di vario genere, non funziona, o meglio non aiuta a dimagrire in tempi più veloci .
Tale dieta venne inventata dal Dott. William Howard Hay nel 1911 ed è infatti anche nota come "dieta Hay" o "food combining", la sua dieta è basata sul principio che si possono formare nell'organismo accumuli non bilanciati di prodotti della digestione e del metabolismo, che il corpo non è in grado di eliminare, che possono causare problemi di salute.

Si basa su 5 regole base:

1 - Non mangiare carboidrati con proteine e frutti acidi durante lo stesso pasto

2 - Mangiare verdura, insalata e frutta come parte principale della dieta

3 - Mangiare proteine, amido e grassi in quantità limitata

4 - Mangiare grano integrale evitando alimenti raffinati e processati, come cibi a base di farina bianca, zucchero e margarina

5 - Far intercorrere un intervallo di almeno 4 ore / 4 ore e mezza tra pasti di tipo differente.

DISSOCIARE .
Dissociare vuol dire diminuire la sazietà dei cibi. Infatti, associando carboidrati e proteine andiamo a rallentare la digestione, ma in modo del tutto
fisiologico, nel senso che andiamo ad evitare che avvenga in modo troppo veloce, portandoci ad avere fame troppo presto.

Dissociare vuol dire anche diminuire l'appetibilità dei cibi.
Questo può portare a non eccedere con le calorie perché ci si "stanca" prima, mancando la possibilità di passare ad altro.
Pensiamo al pasto a base di proteine: chi è in grado di mangiarsi un kg di carne magra o 5 scatolette di tonno al naturale?

Vediamola sotto un altro punto di vista: la dieta dissociata è monotona e riduce il piacere di mangiare.
Risultato: il soggetto mangia meno! Tristissimo...


La teoria

La dieta dissociata si basa sull'analisi dei meccanismi sulla base dei quali si digeriscono gli alimenti:
Le proteine hanno bisogno di un ambiente acido.
Quando le proteine sono ingerite, nello stomaco si sviluppa acido cloridrico che attiva l'enzima pepsina che divide e digerisce le proteine.

Questo processo avviene in ambiente acido che è in parte neutralizzato dalla presenza di amidi e zuccheri che si accompagnano a sostanze alcaline; ciò fa sì che le proteine non siano digerite completamente

I carboidrati hanno bisogno di un ambiente alcalino per essere digeriti.
Questo processo inizia in bocca con l'enzima ptialina, che inizia a spezzare l'amido prima che arrivi all'intestino, dove è ulteriormente spezzato e avviene la digestione

La presenza di proteine o frutti acidi diminuisce l'alcalinità, riducendo la digestione intestinale dei grassi.

In breve, se grandi quantità di carboidrati e di proteine sono miscelati nello stesso pasto si forma un ambiente troppo acido per la riduzione degli amidi e troppo poco acido per una buona digestione delle proteine.

Numerose diete dimagranti, ciclicamente proposte come "novità", si basano su questa teoria.
Le basi scientifiche e perciò l'efficacia di questo tipo di dieta sono controverse.

Ma questa teoria è vera?
Già da tempo esponenti del mondo accademico hanno preso posizione contro questo tipo di dieta, ma continuamente, in tutto il mondo, nuove pubblicazioni e nuove applicazioni lo rilanciano.

Il Prof. Sheldon Margen dell'Università della California, sostiene che non ci sono reali esperienze scientifiche che supportano questa teoria e che in effetti "tutti gli alimenti sono delle combinazioni".

I fagioli per esempio contengono carboidrati (zuccheri e amidi), proteine e fibre.Il nostro sistema digerente è perfettamente in grado di gestire combinazioni di nutrienti.
Il processo inizia nella bocca dove la masticazione e la saliva cominciano il processo digestivo, iniziando la rottura degli amidi in zuccheri.
Altri enzimi entrano poi in gioco pressoché completando la digestione degli alimenti, qualsiasi sia la loro combinazione.

La moda dietologica del '900,la “dieta dissociata”, non ha superato il primo studio scientifico comparativo nella quale è stata messa a confronto con una normale dieta bilanciata.
I risultati della ricerca, condotta in Svizzera, sono pubblicati nel numero di aprile dell'International journal of obesity.

Anni ed anni di sacrificio spariti nel nulla, seppelliti con una sola frase da Michele Carruba, presidente della Società nazionale degli specialisti di scienza dell'alimentazione, che ha detto: "E' un'ulteriore conferma scientifica della validità del principio secondo cui la dieta deve basarsi sulla varietà .

Una delle regole sempre valide afferma proprio il contrario di quanto previsto dalle diete dissociate: più ogni singolo pasto è completo e bilanciato, meglio è.
Ciò è avvalorato da una ricerca condotta all'università di Ginevra da un gruppo guidato da Alain Golay.

Per un mese e mezzo sono state seguite 57 persone obese organizzate in due gruppi, uno dei quali seguiva la dieta dissociata e il secondo una dieta bilanciata.

I pazienti di entrambi i gruppi dovevano comunque assumere una bassa quantità di calorie (1.100 chilocalorie al giorno) e avere un apporto energetico composto per il 45 per cento da carboidrati e per il 30 per cento da grassi.

Chi seguiva la dieta dissociata, però, tendeva a mangiare meno grassi (25 per cento) rispetto a chi seguiva la dieta bilanciata (31 per cento).
Di conseguenza i ricercatori si aspettavano risultati migliori dal primo gruppo, ossia dalla dieta dissociata.

Ma alla fine dello studio la dieta bilanciata è risultata più efficace perchè ha permesso di perdere in media 7,5 chili, contro i 6,2 persi da chi ha seguito la dieta delle combinazioni.

Per i ricercatori questo significa che perdere peso non ha alcuna relazione con il modo in cui sono distribuiti alimenti e tipi di nutrimenti nei pasti.
Quello che conta è solo il basso apporto di calorie.

I ricercatori hanno osservato inoltre che i componenti dei due gruppi mostravano gli stessi livelli di colesterolo, trigliceridi e insulina, il che indica che i benefici per la salute associati alla perdita di peso sono gli stessi in entrambe le diete.

Dunque, nonostante il fascino di questa teoria, le evidenze scientifiche indicano che una dieta bilanciata è più idonea sia come regime alimentare normale, sia come regime dietetico finalizzato al dimagramento.
Inoltre è assai più pratica e soddisfacente dal punto di vista del gusto.

La cosa grave è che un grandissimo numero di dietologi, pur sapendo benissimo (si spera) che le diete dissociate non hanno alcuna valenza scientifica, continuano a proporle ai propri clienti come oro colato.

La dieta dissociata può funzionare solamente come stratagemma per far mangiare meno calorie al soggetto.
Come tutti gli stratagemmi, è destinato a fallire nel 90% dei casi .

E' sconsigliata dagli specialisti perchè può essere squilibrata nutrizionalmente se non si è attenti a variare i menù giornalieri in modo da assumere tutti i nutrienti.

Per bilanciare la giusta quantità di alimenti il metodo della "piramide alimentare" è sempre di attualità

Conclusioni


Le contraddizioni su tale dieta sono tante, occorre rimarcare un concetto chiaro: un fisico sano può tranquillamente mangiare una bistecca e poi una mela; se ho problemi, la colpa non è certo dell'alimentazione, ma di una debolezza del mio apparato digerente.
Seguire una dieta dissociata è come proibire al corpo di correre perché la corsa provoca un'accelerazione dei battiti cardiaci e potrebbe essere fatale al cuore!
La dieta dissociata non fa male (se nell'arco della giornata si assumono le quantità corrette di macronutrienti), è una complicazione inutile.
Se dico che la Nutella ha più di 500 kcal/100 g mi esprimo correttamente.
Se dico che il tale alimento fa male, molto probabilmente dico una sciocchezza perché esistono molte persone che si nutrono con l'alimento incriminato e non hanno problemi.
Non è scientifico estenderle arbitrariamente ad altri.


Fonte: Miadieta. it

















 
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